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Africa

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I media europei, specie quelli italiani, da ormai qualche mese danno spazio illimitato a qualsiasi notizia riguardante l'Isis. Giornali, tv, siti web molto accreditati, dedicano infatti prime pagine e numerosi servizi alla minaccia rappresentata dallo Stato Islamico nei confronti dell'Italia ogni giorno. Il forte incremento di attenzione mediatica è però giunto quando in tutto il mondo sono arrivate notizie allarmanti sulla situazione in Libia, pronta a deflagrare con gravi ripercussioni nell'Europa meridionale. Purtroppo, proporzionalmente alla crescita del traffico di informazioni su quanto sta avvenendo al di là delle coste italiane, è aumentato il numero di false notizie.

Lunedì, 23 Febbraio 2015 13:55
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Non solo la Libia, anche Tunisia e Algeria potrebbero rientrare tra le zone affette dalla minaccia rappresentata da Daesh. Qualcosa di più di un semplice rischio giacché, nelle ultime ore, non sono mancate le prime avvisaglie di un potenziale sconfinamento dei miliziani legatisi ad al-Baghdadi, come dimostrato da un attacco contro le forze di polizia tunisine di frontiera presso Kasserine.

Non solo Daesh però. La preoccupazione è data dalla radicata presenza di gruppi armati operanti nella regione che hanno già manifestato il proprio supporto alle bandiere nere. Inoltre, il possibile arrivo di combattenti provenienti dall’area del Sahel comporterebbe l’allargamento del “fronte” all’intera Algeria meridionale. Nel frattempo, i due governi hanno preso i primi provvedimenti rafforzando la presenza militare lungo il confine libico.

Giovedì, 19 Febbraio 2015 18:37
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Daesh avanza verso Tripoli reclutando uomini dai clan tribali non allineati: attualmente contano 4500 militanti (stima per difetto). I jahidisti si spostano in colonne di vetture sia tecniche e sia civili adattate al  combattimento cercando di evitare scontri in spazi aperti preferendo la guerriglia urbana. Questo per limitare le perdite e sia per dare l' impressione di raggiungere immediati successi e convincere la popolazione maschile libica ad unirsi per emulazione a loro. Tatticamente puntano ad aumentare il controllo costiero per insediare centri di addestramento ed instaurare nelle aree sottomesse il modello di stato sociale del califfato.

Martedì, 17 Febbraio 2015 07:16
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La Libia post-Gheddafi

La primavera araba libica non ha portato democrazia e stabilità nel paese come molti credevano sarebbe successo. Il vuoto di potere venutosi inevitabilmente a creare dopo la fine del regime del colonnello Gheddafi non è stato colmato. 

La situazione politica in Libia è complessa e frammentata, costellata da una moltitudine di attori che perseguono fini diversi con mezzi diversi. In una versione semplificata di tale realtà, si possono identificare tre elementi in lotta tra loro: il governo di Tobruk (considerato come legittimo e riconosciuto dalla comunità internazionale), il New General National Congress (GNC) il Shura Council of Benghazi Revolutionaries. 

Il governo di Tobruk ha lanciato un’operazione militare (Operation Dignity) con l’obiettivo di sconfiggere le milizie legate al GNC – riunitesi sotto una sorta di organizzazione ombrello conosciuta come Libya Dawn – e quelle filo-Daesh del Shura Council. Il GNC e il Shura council, oltre a rispondere alle azioni delle forze regolari libiche guidate dal generale Haftar, si fronteggiano a vicenda. 

Lunedì, 16 Febbraio 2015 17:27
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Daesh ha incontrato in Libia i capi tribali che operano sulla costa ed è riuscito a trovare un accordo per compattarli e fare fronte comune con l'intento di controllare tutta la linea costiera. L'operazione è in fase di perfezionamento... sono stati eliminati i gruppi legati ad Al-Zawahiri. Controllando la costa contano di stressare l'Europa con l'invio massiccio di clandestini: nei prossimi giorni ne arriveranno a migliaia. La UE cadrà nella trappola ed esaminerà la possibilità di fare interventi mirati in Libia tralasciando il fronte siriano iracheno. Oltretutto fonti riservate ci informano che accordi segreti sono in corso per rinforzare Al-Zawahiri e riportarlo in gioco. Tedeschi ed inglesi sono molto attivi.

Domenica, 15 Febbraio 2015 02:20
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Boko Haram – Punti di forza

Rifugio sicuro nel nord-est del Paese – Quello del “rifugio sicuro” (safe havens o sanctuaries) è un elemento che accomuna diversi casi di counterinsurgency/counterterrorism. Il Pakistan settentrionale per i Talebani, la c.d. zona de despeje nella Colombia centro-meridionale per le FARC, e le zone montagnose al confine con l’Honduras per i guerriglieri salvadoregni, sono alcuni esempi. In Nigeria, Boko Haram è riuscito a consolidare la propria presenza territoriale nel nord-est del Paese e ha fatto dello Stato di Borno il proprio “santuario”. Da lì, il gruppo jihadista è riuscito a infiltrarsi progressivamente verso ovest: lo stato di Yobe e parte consistente dello stato di Adamawa sono sotto diretto controllo dei miliziani mentre gli stati federali limitrofi continuano a essere colpiti da violenti raid.

Venerdì, 16 Gennaio 2015 14:18
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Boko Haram continua la sua campagna di devastazione, obiettivo: la creazione di uno stato islamico. Come è già stato messo in luce, la costruzione di uno stato islamico in Nigeria, sul modello di quello creato da Al-Baghdadi in Iraq e Siria, è da tempo oggetto di dibattito all’interno della intelligence community. Anche in questo caso esso sarebbe da considerarsi quale ultimo stadio evolutivo di un gruppo terroristico. Gli attacchi avvenuti gli ultimi mesi, compresi quelli di Baga del 3 e 7 gennaio 2015, sembrano corroborare questa ipotesi.

Venerdì, 09 Gennaio 2015 19:31
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NIGERIA – BOKO HARAM

Boko Haram continua la sua “guerra santa” in Nigeria: tre nuovi attentati hanno fatto vittime nel nord-est del Paese. Pur in mancanza di una rivendicazione ufficiale, il dito è senza indugio puntato verso il gruppo jihadista nigeriano.

Giovedì, 04 Dicembre 2014 00:00
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Le divisioni interne libiche si riflettono sempre di più sui maggiori centri di potere. Gli interessi politici e commerciali, come era prevedibile, seguono le rotte dettate dalla frammentazione etnica, religiosa e tribale della Libia, alimentando persistenti lotte per l’accaparramento di risorse e la spartizione del potere.  Oggi la Libia appare sostanzialmente divisa in due grandi blocchi, uno dei quali (il blocco definibile islamista) è composto dalle forze occupate nell’Opertion Dawn, il General National Congress (GNC) e altre milizie provenienti dalla città di Misurata, nel nord-ovest del Paese.

Sabato, 04 Ottobre 2014 13:34
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La guerra civile divora la Libia in uno scontro totale ormai difficile da ricomporre. Da un lato le milizie colte e borghesi di Misurata dall'altro gli storici rivali di Zintan: gli uomini di Misurata alleati con gli islamisti moderati hanno preso la scorsa notte l'aeroporto di Tripoli mettendo una forte ipoteca sul controllo del governo libico e su quello che resta di uno Stato ormai in disfacimento.

Domenica, 24 Agosto 2014 22:28
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