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09-09-2013

VUKOVAR INSORGE CONTRO IL BILINGUISMO

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La Croazia è divenuta da poco il ventottesimo membro dell’Unione Europea. A fine febbraio 2003 il governo di Zagabria ha presentato ufficialmente la propria candidatura alle istituzioni comunitarie e, dopo aver atteso oltre un decennio, l’ex Repubblica jugoslava si è unita agli altri ventisette stati sotto la bandiera stellata dell’Unione. L’ingresso della Croazia nell’area di pace europea è stato accompagnato dalla costante speranza di poter voltare definitivamente pagina e dimenticare gli orrori della guerra civile che nel corso degli anni ’90 ha devastato l’intera regione balcanica. 

Eppure la realtà sembra diversa. Una recente legge ha introdotto il bilinguismo a livello nazionale, una norma in sintonia con le direttive comunitarie che impongono, nella tutela dei diritti delle minoranze etniche, l’introduzione del bilinguismo qualora tale minoranza rappresenti almeno il 33% della popolazione totale: una svolta storica nel nome dell’inclusione politica, sociale e culturale. Tuttavia la normativa non ha, al momento, raggiunto gli effetti sperati. Al contrario, ha scatenato la protesta degli abitanti di Vukovar, città simbolo della lotta croata contro la minoranza serba e contro l’esercito mandato da Sarajevo. Adeguandosi alla legge nazionale, il comune ha posto e inaugurato tre targhe all'ingresso di altrettanti uffici pubblici; targhe scritte in alfabeto latino, usato dalla popolazione croata, e in alfabeto cirillico, utilizzato da quella serba. Immediata è stata la “rivolta”: veterani, nazionalisti e cittadini memori delle ferite della guerra hanno, nel giro di poche ore, rimosso le targhe e manifestato con rabbia contro le autorità per le vie della città. 

La vicenda non può non destare preoccupazione. La storia ha già mostrato al mondo la pericolosità della rivalità e dell’odio interetnico e, qualora le proteste dovessero portare a un revival del nazionalismo croato, i ricordi della guerra civile potrebbero mettere a dura prova una stabilità socio-politica che già non poggia su solide radici.

© Riproduzione Riservata

Alessandro Mazzilli

Laurea in Scienze Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino.

Esperto in Politica Estera di Difesa e Sicurezza e sulle relazioni Euro – Atlantiche.

Analista Geopolitico

Consulente in Servizi di Stuarding e controlli di sicurezza.

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