Dubai è stata tra le cinque destinazioni e le esperienze di vacanza “Instagrammable” più popolari al mondo dell’estate del 2019, secondo il mercato dei viaggi online Wego. Londra ha vinto a mani basse con un enorme margine, con oltre 118 milioni di hashtag, battendo Parigi con un margine di 17 milioni. L’hashtag di Parigi è stato pubblicato su Instagram 101 milioni di volte, seguito da Nizza a 87 milioni, New York a 83 milioni e Dubai al quinto posto con oltre 79 milioni di hashtag. L’istagrammabilità è un fattore cruciale per i millennial che scelgono dove andare in vacanza, con oltre il 41% dei viaggiatori di età inferiore ai 33 anni che privilegia “Insta-picture-worthiness” quando scelgono le proprie vacanze.
Fervono i preparativi per l’inaugurazione di Expo 2020 a Dubai, la prima volta dell’Esposizione Universale in un paese arabo. Per l’occasione gli Emirati Arabi Uniti rafforzano la propria presenza anche sul piano culturale, incrementando le attività e proponendosi sulla scena internazionale come il centro culturale per eccellenza nel Golfo. Prova ne è la costruzione del Louvre Abu Dhabi, inaugurato nel 2017 e frutto di un accordo siglato nel 2007 tra il governo emiratino e quello francese.
Le questioni di genere, ormai sistematicamente presenti nelle agende politiche di tutti i paesi occidentali, non risparmiano neanche il Medio Oriente, e investono soprattutto le realtà più riformiste come quella degli Emirati Arabi Uniti che negli ultimi anni si sono dimostrati leader nella regione nell’abbattimento delle differenze di genere.
Lo sceicco Abdullah bin Zayed Al Nahyan, ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ha guidato la delegazione degli Emirati Arabi Uniti alla riunione ministeriale sulla Libia, che era stata richiesta da Francia e Italia a margine della 74 a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha aperto i battenti il 24 settembre e si concluderà il 30.
Negli Emirati Arabi Uniti si avvicinano le elezioni che si terranno nel prossimo ottobre, per il rinnovo del Parlamento.
Negli Emirati Arabi Uniti si avvicinano le elezioni che si terranno nel prossimo ottobre, per il rinnovo del Parlamento, e lo Sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahyan, in vista dell’impegno elettorale, ha emanato una nuova legge per cercare di incrementare la rappresentanza delle donne nel Federal National Council fino al 50%.
Si sta tenendo in questi giorni, a New York la 74a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a cui partecipano i più importanti leader mondiali. Tra loro anche la delegazione emiratina guidata dallo sceicco Abdullah bin Zayed Al Nahyan ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
A margine dell’Assemblea generale S.A. Sceicco Abdullah bin Zayed Al Nahyan, ha tenuto una serie di incontri chiave con i ministri degli esteri partecipanti per riesaminare le modalità di promozione delle relazioni degli Emirati Arabi Uniti con i rispettivi paesi, nell’ottica di politiche comuni per la risoluzione di problemi comuni.
Il fascino e la capacità attrattiva che gli Emirati Arabi Uniti esercitano nei paesi europei non è frutto della casualità, ma si fonda su un insieme di fattori estremamente invitanti, che rendono oggi gli UAE in assoluto il paese più interessante a cui guardare nei prossimi anni in Medio Oriente. Gli UAE stanno puntando con forza verso un’espansione del settore delle infrastrutture, alimentata dal desiderio di rendere il paese il più possibile accessibile e smart nel futuro.
Si avvicina l’inizio di uno degli eventi più attesi degli ultimi anni: Expo 2020. Dubai, la splendida città avveniristica negli Emirati Arabi Uniti, ospiterà padiglioni da tutto il mondo e si tratterà di una meravigliosa opportunità per le imprese di ampliare il loro business e le prospettive di crescita di settori strategici.
Nel difficile contesto libico, martoriato da anni di conflitto, divisioni interne, ingerenze straniere aggressive, il ruolo di alcuni attori esterni si contraddistingue per pragmatismo e visione a lungo termine.
È il caso degli Emirati Arabi Uniti, un paese che ha mostrato grande interesse verso una risoluzione pacifica e politica della crisi libica. Abu Dhabi ha sempre operato dimostrando la volontà di interloquire con tutti gli attori interessati nell’ottica di un dialogo ampio tra le parti, affinché nessuno potesse rimanere escluso da un percorso che necessariamente deve dimostrarsi il più possibile inclusivo.
Le monarchie del Golfo contestano l’annessione della Valle del Giordano promessa dal premier israeliano in piena campagna elettorale.
Le dichiarazioni di Benjamin Netanyahu, Primo Ministro israeliano, relative al piano di annessione della valle del Giordano, non sono passate inosservate neanche nei paesi arabi, non si è fatta infatti attendere la replica da parte dei leader degli Emirati Arabi Uniti.