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27-03-2013

La petroliera Enrica Lexie, i Maro’ , la politica estera e interessi economici

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Una petroliera battente bandiera Italiana, acque internazionali, un tragico episodio, il tutto poteva avere un epilogo molto diverso nonostante la gravità del caso, se l’imbarcazione avesse avuto una bandiera diversa ( Inglese, Americana, Francese, Tedesca ) sarebbe rientrata nel proprio paese? 

Nonostante l’articolo 87 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 – secondo cui nelle acque internazionali lo Stato della bandiera è il solo soggetto normalmente legittimato ad esercitare poteri coercitivi nei confronti delle navi iscritte nei propri registri, ma le autorità indiane non hanno esitato a fermare la petroliera Enrica Lexie, battente bandiera italiana, convincendola ad entrare nel porto di Kochi, dove hanno proceduto al fermo dei due marò, fatti di cui tutti siamo a conoscenza, che hanno portato la vicenda ad uno scontro sul piano diplomatico, le corti indiane non sono competenti nel giudicare i due marò, secondo il diritto internazionale.

Ieri il nostro ministro degli Affari Esteri - Terzi  - annunciava le sue dimissioni al termine dell'informativa alla Camera. «Le mie riserve sono rimaste inascoltate», ha detto il ministro con riferimento alla decisione di inviare di nuovo in India i due militari italiani, quando l’accordo di trattenerli in Italia  era stato preso di comune accordo con tutte le valutazioni di Governo.

Le motivazioni di questo balletto sono legate ad  una vera e propria crisi commerciale tra Italia e India che potrebbe mettere a rischio i rapporti di interscambio. Nell’anno appena concluso infatti il totale delle esportazioni, secondo alcune stime, dovrebbe essere salito a circa 3,8 miliardi di euro, ma quel che più conta è che i dati ufficiali dicono che nei primi cinque mesi del 2011 l'interscambio bilaterale Italia-India ha registrato una crescita del 29,3% rispetto agli stessi mesi del 2010.

In particolare le esportazioni italiane verso il Subcontinente indiano sono cresciute del 21% e tra gli esportatori dell’Unione europea, l'Italia si colloca al quarto posto dopo Germania, Belgio e Gran Bretagna e davanti alla Francia.

Un mercato che dimostra potenzialità di crescita importanti, ed è dunque ovvio che gli imprenditori più impegnati nell’area temano che l’incidente nel Kerala possa ora mettere a rischio questo trend positivo.

Ultimo interrogativo “Italian Connection” lo scandalo che ha coinvolto la Agusta Westland (società del gruppo Finmeccanica) l’acquisto di elicotteri militari italiani Aw-101.

Alla fine degli anni’90 Agusta S.p.a., società partecipata di Finmeccanica dal 1994, decide di avviare un’alleanza strategica con la britannica Westland Aircraft Ltd, già partner nel programma EH101, un elicottero progettato su specifiche delle Marine Italiana e Britannica e sviluppato nelle tre versioni “Naval” (per operazioni navali), “Utility” (per trasporto tattico e logistico) e “Civil” (per trasporto passeggeri e missioni di ricerca e soccorso.)

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Gianni Giangregorio

Laureato in scienze politiche e sociali. Perfezionato presso l’Università degli Studi Roma 3 in  "Modelli Speculativi e ricerche educative nell’interazione multimediale  di primo e secondo livello" ed in "Modelli Speculativi e ricerche educative nell’interazione multimediale come idoneità al sostegno, allo svantaggio all’handicap e all’integrazione".

Criminologo con formazione in criminologia, investigazione e security presso la Libera Università San Pio V di Roma.

Formatore presso la ITM Italmontaggi SPA sui rapporti dei lavoratori italiani all’estero relativamente ai rapporti interpersonali ed interetnici con le popolazioni di cultura islamica.

Come Direttore Amministrativo e Responsabile delle risorse umane della Italmontaggi SPA, Società di montaggi industriali operante nel settore petrolchimico ha svolto attività formativa in Algeria, Libia, Somalia, Iraq, Iran  al personale italiano in loco sugli usi ed i costumi delle popolazioni di religione coranica.

Esperto di Business intelligence.

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