Per molti anni, ho dedicato parte dei miei studi alle questioni della gestione dei conflitti interculturali, poiché è sempre stata importante quanto la gestione dei conflitti stessa. Nella gestione dei conflitti, il conflitto latente è considerato il più rischioso, poiché è nascosto mentre cresce, diventa più forte e diffonde le sue radici prima di emergere attraverso questioni complesse e profonde che devono essere affrontate.
La controversia sulla pubblicazione di immagini del Profeta è stata una parte particolare dei miei studi per molti anni. Affrontare questo problema come un estraneo è stato molto interessante e cercare di capire le dinamiche di come la questione potesse portare a un conflitto aperto. In un articolo pubblicato, “Between Sanctity and Liberty”, ho cercato di analizzare le questioni da un diverso punto di vista, evidenziando la maggior parte dei recenti incidenti legati al conflitto dall'assassinio dell'ambasciatore americano in Libia John Stevens, al danese cartoni animati e, ovviamente, Charlie Hebdo.
Le sfide in Medio Oriente continuano mentre la regione sembra affrontare una nuova ondata di destabilizzazione da Libano, Siria, Iraq e Cisgiordania.
La crisi politica libanese sembra intensificarsi man mano che la crisi economica si fa più acuta. Ciò sta portando alla riemersione di domande sul concetto di equilibrio politico finemente equilibrato dello stato e sulla sua idoneità allo scopo nel nuovo panorama regionale e globale. Alcuni suggerimenti suggeriscono la necessità di nuovi attori politici e potenziali strutture per far fronte alle sfide poste dall'ambiente post-COVID.
Dopo l’annunciato vertice del 5 Marzo, giovedì, la Turchia e la Russia hanno confermato un cessate il fuoco a Idlib, l’ultima enclave dell’opposizione al governo della Siria, accettando, tra l’altro, di stabilire un corridoio di sicurezza con pattuglie di controllo composte di personale di entrambi i paesi. L’annuncio è arrivato dopo un incontro di quasi sei ore tra i leader dei due paesi a Mosca.
Un’autentica mina vagante nel Mediterrano: questa è la Turchia di Erdogan che, fra le varie cose, ha nostalgia di allungare le mani sulla Libia che gli fu strappata nel 1911 dal Regno d’Italia. Parola del generale Giuseppe Morabito, alto ufficiale dell’Esercito Italiano che ha lasciato il servizio attivo nel 2016 ma che dal 2007 collabora con alcune università italiane come esperto di settore, focalizzando i suoi studi su questioni riguardanti i Balcani e il Medio Oriente. Inoltre svolge attività didattica focalizzata sul Medio Oriente presso tutti gli istituti di formazione militare in Italia ed alcuni organizzazioni similari nel Medio Oriente. Il Generale Morabito intrattiene relazioni di reciproco interesse con Giordania, Israele, Mauritania, Tunisia, Kuwait, Oman ed Emirati Arabi. Morabito è membro fondatore dell’Institute for Global Security and Defense Affairs (IGSDA), è membro del Collegio dei Direttori della NATO Defense College Foundation (NDCF) e membro dell’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia (UNUCI).
Durante una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite focalizzata sulla situazione in Medio Oriente gli Emirati Arabi Uniti hanno invitato la comunità internazionale a impegnarsi su tutti i fronti per risolvere le attuali crisi in Medio Oriente al fine di raggiungere la stabilità regionale e internazionale.
Parlando davanti al Consiglio, Amierah Alhefeiti, Rappresentante permanente aggiunto e incaricato d’Affari degli Emirati Arabi Uniti alle Nazioni Unite, ha chiesto alla comunità internazionale di mantenere il proprio impegno nei confronti del diritto internazionale, della Carta delle Nazioni Unite e delle relative risoluzioni. Per raggiungere questi obiettivi è necessario rafforzare il multilateralismo per sbloccare la situazione di stallo nel processo di pace in Medio Oriente e ha quindi invitato le parti a raggiungere soluzioni politiche durature in paesi come la Siria, lo Yemen e la Libia, in linea con i parametri concordati per la pace, nonché a rispondere alle legittime aspirazioni dei popoli.
Non ci sarà una terza guerra del golfo.
Il target killed del Generale Soleimani deve essere inquadrato nella necessità del governo USA di ristabilire gli equilibri proporzionali nell’area, tali da riportare gli americani ad un totale controllo dell’espansione iraniana.
L’azione dei militari Usa non può essere messa in relazione alla politica interna statunitense ed ai problemi del Presidente.
“Bisogna lavorare insieme. Tutti. Stati, istituzioni, religioni, culture. Lavorare insieme per lo sviluppo integrale di ogni uomo e di tutto l’uomo”. Lo afferma padre Rifat Bader, 48 anni, sacerdote cattolico di nazionalità giordana, direttore del Catholic Center for Studies and Media in Giordania. Padre Rifat nei giorni scorsi era a Cagliari per partecipare all’incontro “Percorsi, popoli e religioni a confronto” svoltosi alla Mediateca del Mediterraneo.
La scorsa settimana ha segnato 30 anni dalla caduta del muro di Berlino. Questa sarà sempre una data straordinaria nella storia, poiché ha segnato la fine della Guerra Fredda e il confronto dei due blocchi. La guerra fredda è stata anche il segno di spicco della politica globale che è stata modellata in base alle alleanze ideologiche, poiché l'ideologia ha svolto un ruolo importante nel modellare la natura delle alleanze e il ruolo dell'alleato. Molti paesi si sono trovati a svolgere un ruolo o a far parte di alleanze secondo questi criteri nell'ultima generazione.
La conferenza La partecipazione femminile alla vita politica degli Emirati Arabi Uniti, si è tenuta nella facoltà di scienze politiche di Cagliari, nella splendida cornice dell’aula dedicata ad una donna che tanta fama ha regalato alla Sardegna: Maria Lai. Non poteva esserci sede migliore per una conferenza che è stata una rivelazione ed un arricchimento.
Il governo degli Emirati Arabi Uniti ha annunciato la promulgazione di una nuova serie di leggi per la protezione della famiglia che includeranno meccanismi per proteggere donne, bambini e anziani da qualsiasi tipo di violenza e abusi che possono subire sia all’interno delle mura domestiche sia in scuole, posti di lavoro, ospedali, ecc.