Nell’ambito delle ricerche e degli studi analitici che, su scala planetaria, devono delineare le evoluzioni politiche, sociali ed economiche; la caduta del muro di Berlino costituisce una data ed un evento spartiacque non solo sul piano storico, ma anche su quello metodologico delle analisi, nel senso che l’aspetto probatorio di alcune previsioni può essere comparato e quindi, quale prova indiretta, anche suffragato con una sua allocazione analitica in contesti vigenti prima del 1989. E’ trascorso un abbondante ventennio da quando i cittadini di Berlino-Est cominciarono ad abbattere quel muro, quale simbolo di divisione politica-economia e simbolo di contrapposizione ideologica, e poiché al capitalismo inteso come dottrina economica era venuto meno il nemico, sul piano sociale e filosofico doveva insediarsi una nuova dottrina interpretativa dei tempi a venire. L’improvvisa assenza di confini ideologici ha fatto pensare che da quel momento in poi tutti gli individui potessero agire su scala mondiale, e che la parola globalizzazione potesse diventare una sorta di magica lettura capace di giustificare qualsiasi fenomeno. E’ proprio così?
Al quesito va data una risposta che deve tenere conto di un aspetto basilare, ovvero che nei primissimi momenti successivi alla caduta del muro, tutto il mondo non poteva che pensare al futuro se non in una chiave super ottimistica, infatti sarebbe bastato riflettere su alcuni episodi storici dell’immediato passato (invasione di Ungheria, repressione della primavera di Praga) per ostinarsi a considerare che tutte le questioni avessero rosee soluzioni. Questa enfasi collettiva ha contagiato tutte le popolazioni mondiali, i cui rispettivi governi si sono mossi sul mutato scacchiere mondiale con azioni politiche prive di criteri corrispondenti a disegni strategici e molto prima che la politica si rendesse coscientemente conto su quale tipo di terreno muovesse la sua azione, la finanza e l’economia avevano già occupato il suo campo d’azione, ovvero l’intero pianeta, dettando alla ritardataria il nuovo tema da svolgere.
Sotto questo profilo può essere digerito l’ingresso della Cina nell’organismo mondiale del commercio WTO.
In parole povere il mondo attuale registra che i soggetti politici, sono entità molto malconce sul piano della loro salute e come infermi, lungi dalla guarigione, sono costretti ad assumere decisioni con il pesante condizionamento degli altri soggetti che la globalizzazione ha abilitato all’operatività. Non è compito nostro indicare soluzioni per superare questa fase, ma è di una solare evidenza che se prima del muro ogni mercato economico era disciplinato con regole più o meno adatte al funzionamento di ciascun mercato; la globalizzazione, correndo molto più in fretta della politica, ha unificato in pratica tutti i mercati con un aggravante non trascurabile, ovverossia le regole che prima della caduta del muro in buona parte garantivano un non scorretto svolgimento delle operazioni economiche, nel mercato unico sono in pratica sparite.
Quindi con l’inizio dell’era della globalizzazione l’accadimento su scala planetaria dei fatti più salienti, l’assunzione delle decisioni politiche e l’incremento o la restrizione dello sviluppo economico, non possono più essere analizzati con i criteri e gli strumenti d’indagine utilizzati prima della caduta del muro di Berlino; questa logica constatazione obbliga gli addetti ai lavori a prendere in considerazione altri meccanismi d’indagine che l’era globale impone. Va altresì tenuto in debito conto che , storicamente, il crollo del comunismo e dell’Unione sovietica segna un tratto di significativa discontinuità fra il prima e il dopo quell’evento; per cui, il pericolo dello scoppio delle guerre, la folla corsa agli armamenti nucleari e la supremazia assoluta della spesa militare delle varie nazioni invertono con costante progressione la loro tendenza all’aumento.
In conclusione questo Istituto, nel condurre le sue analisi, terrà conto dei fenomeni socio politici economico finanziari che sul proscenio mondiale si sono manifestati, e sullo studio di essi proporrà le tesi conclusive eventualmente richieste.
FATTORI
L’analisi geopolitica e, quindi, la squadra di analisti o il singolo analista, non può non imperniare le sue risoluzioni e le sue previsioni su alcuni elementi di valutazione che in base al proprio grado di conoscenza e in base alle sue capacità intellettive ed elaborative, lo condurranno ad una conclusione. Sotto questo aspetto, ogni istituto di ricerca, ogni analista ha un enorme ventaglio di opzioni analitiche che comunque non possono prescindere da determinati elementi. Per quanto ci riguarda, le nostre analisi terranno conto, seppur senza un ordine necessariamente gerarchico dei seguenti fattori: Finanza, Stupefacenti, Acqua, Materie prime, Terre rare.
I fattori che vengono di volta in volta presi in considerazione possono essere valutati come determinanti concorrenti, se in uno scenario di analisi emergono quali soggetti attivi che determinano, per effetto del loro agire, approdi alternativi. Mentre saranno valutati come determinanti parallele se in uno scenario di analisi si evidenziano come soggetti attivi che, per effetto del loro agire, determinano approdi convergenti o perfettamente sovrapponibili. Infine, alcune analisi per la loro peculiarità politica, economica e finanziaria, possono essere valutate immaginando che quegli stessi elementi di studio fossero emersi prima della caduta del muro di Berlino, quale controprova di quanto dedotto politicamente nell’analisi medesima.