La guerra è sempre un affare per le mafie, la criminalità è oggi sempre più globalizzata e la crisi Ucraina sembra essere una ghiotta occasione per le organizzazioni criminali tanto che i primi segnali di cooperazione tra gli ambienti mafiosi di vari paesi appaiono evidenti.
Gli scafisti russi ed ucraini sono, infatti, già attivi e pronti alla tratta di donne e bambini che fuggono dalle bombe.
È uno dei grandi affari della guerra, un business ed un reato gravissimo che l’ Italia deve contrastare prima che si espanda, perché come sempre le mafie guardano avanti ed agiscono nell’ illegalità proiettate sul futuro.
Il Viminale ha già attivato le misure di contrasto alla tratta, lo scorso 3 marzo è stato firmato presso la Prefettura di Torino il protocollo di intesa regionale per potenziare il contrasto alla tratta di esseri umani e garantire tutela ed assistenza alle vittime.
Siamo ormai a tre settimane di guerra in Ucraina i giorni scorrono veloci, tutti si domandano quando finirà? Ha un senso la resistenza Ucraina quando l’esito è scontato fin dall’inizio? Hanno un senso i bambini morti Ucraini? Gandhi diceva che “la forza non deriva dalla capacità fisica ma da una volontà indomita” e ancora “mi oppongo alla violenza perché quando sembra produrre un bene è un bene temporaneo mentre il male che fa è permanente”. Cosa vuole Putin? Accesso al mar nero cioè riconoscimento della Crimea come territorio Russo, riconoscimento delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk russofone come stati indipendenti Ucraina neutrale.
Vector è una struttura più esattamente un Biolab che si trova a Novosibirsk aperto durante il culmine della Guerra Fredda nel 1974 come centro di ricerca sul bioterrorismo, è uno dei siti più sorvegliati della Russia, recintato con filo spinato con soldati armati permanentemente di controllo ai suoi cancelli. È uno dei 59 biolab di massima sicurezza al mondo, uno status che condivide con il Wuhan Institute of Virology in Cina. Vector ha l'autorizzazione per gestire i virus patogeni più letali del mondo. La struttura segreta si trova ai piedi della Siberia sudoccidentale, al confine con il Kazakistan, uno dei luoghi più aspri e isolati della terra, dove le temperature possono scendere fino a -35°C in inverno. Ufficialmente, il laboratorio si concentra sullo sviluppo di vaccini per virus letali. L'anno scorso ha avviato la ricerca sui virus preistorici trovati nei cavalli paleolitici recuperati dal permafrost fuso in Siberia l'ambasciatore degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite ha affermato che Putin potrebbe usare armi biologiche per rovesciare il governo ucraino, avvertendo che "nulla è fuori discussione" per il dittatore russo. Un importante microbiologo russo, Ilya Drozdov, 68 anni che è stato direttore di Vector a conoscenza dei più profondi segreti della guerra biologica di Mosca è scomparso da 5 anni attualmente è ricercato dall’interpol ma sembra scomparso nel nulla.
Papa Francesco si è personalmente recato dall’ Ambasciatore Russo presso la Santa Sede, un gesto inconsueto, lontani da ogni protocollo, direi unico, lo scopo dell’ incontro era quello di aprire immediatamente un confronto sulla crisi tra la diplomazia della Federazione Russa ed il Vaticano con il massimo dell’autorevolezza nella considerazione che il Papa presentandosi fisicamente in Ambasciata ha segnato una cesura con le pratiche standard dei rapporti tra Stati ed ha lanciato un messaggio mediatico senza precedenti ,siamo in guerra, viviamo tutti un dramma epocale, la risposta per tornare alla pace non può essere ordinario serve invece qualcosa di straordinario.
Il messaggio purtroppo non è stato raccolto.
Il secondo round di colloqui tra le delegazioni Ucraina e russa è in corso, ma non è stato dichiarato di cessare il fuoco durante la trattativa questo significa che il peso politico del dialogo è basso e viene utilizzato da Putin solo per fare disinformazione e per comprendere meglio le criticità interne degli ucraini.
Occorre alzare al massimo il livello dei partecipanti agli incontri, individuare un luogo neutro dove incontrarsi e mettere allo stesso tavolo Russia, Ucraina, Ue e USA per ridisegnare insieme la stabilità condivisa nell’area.
Vladimir Putin ha minacciato di usare armi nucleari, ordinando ai suoi militari di mettere in allerta le forze di deterrenza russe in un ultimo sforzo per ottenere la vittoria in Ucraina. Ma dovremmo prendere sul serio le minacce di Putin? O dovremmo liquidarle come un tentativo di bluff. Putin sa che non può perdere questa guerra, quindi se sente che la perderà potrebbe anche prendere in considerazione l'idea di mettere in atto quella “minaccia". L'ultima volta che i livelli di allerta nucleare sono stati aumentati dagli Stati Uniti, e dalla Russia o Unione Sovietica come si chiamava allora è stato 48 anni fa, quando gli Stati Uniti hanno alzato il loro livello di difesa nucleare durante la guerra dello Yom Kippur. Putin domenica ha detto ai suoi massimi funzionari della difesa e militari di porre le forze nucleari in un "regime speciale di combattimento”. Va detto che la Russia, come gli Stati Uniti, mantengono i loro missili balistici intercontinentali terrestri, o ICBM, in un alto stato di allerta in ogni momento 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, e si ritiene che i missili nucleari installati su sottomarini russi, come quelli americani (ssbn), siano anch’essi in stato di allerta in ogni momento.
Il gruppo Wagner è composto da una squadra di 400 mercenari al servizio di Vladimir Putin, sebbene il Cremlino lo abbia ripetutamente negato, volata in Ucraina, con l'ordine di uccidere Volodymyr Zelensky, direttamente dall'Africa dove ha svolto black operation che il Cremlino vuole vengano eseguite evitando qualsiasi responsabilità diretta. Secondo fonti militari questa forza è già stata pesantemente coinvolta nella fornitura di armi, personale esperto in operazioni speciali e addestramento militare alle milizie filo-russe nell'Ucraina orientale. Il cosiddetto esercito a “noleggio”, presumibilmente gestito dall'oligarca Yevgeny Prigozhin uno stretto alleato del presidente russo che è spesso soprannominato "lo chef di Putin" è stato trasportato in aereo cinque settimane fa e pare gli è stata offerta un'enorme somma per la missione affidatagli, sono molto temuti oltre che per la loro spietatezza anche perché dotati di alta tecnologia che permette loro di “cacciare” le loro “prede” attraverso tracciamenti dei cellulari. Si dice che agenti altamente qualificati in grado di travestirsi con mimetiche ucraine stiano aspettando il via libera dal Cremlino, i loro obiettivi includono oltre a Zelensky anche il primo ministro ucraino Denys Smhial, l'intero gabinetto, il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko e suo fratello Wladimir, entrambi campioni di boxe diventate iconiche figure della resistenza.
Il mondo sta guardando l'aggressivo ritorno a un'atmosfera da guerra fredda mentre la Russia invade l'Ucraina. Gli Stati Uniti e altri paesi occidentali hanno messo in guardia sui piani della Russia per settimane, ma c'è stata pochissima preparazione per contrastare le mosse della Russia.
Il blocco occidentale si comporta più come un'alleanza unita. Negli ultimi anni, la Russia ha fatto affidamento sul fatto che ci sono grandi lacune nelle priorità dei paesi occidentali e sulla mancanza di interesse degli Stati Uniti e di alcuni paesi europei a tenere il passo con la NATO. L'invasione russa dell'Ucraina è stata l'innesco necessario per focalizzare l'attenzione di tutti e riallineare le priorità.
Il presidente russo Vladimir Putin ha usato molto bene questa mancanza di unità e interesse, sfruttando incentivi e interessi reciproci per indebolire qualsiasi posizione comune anti-russa. Mentre l'apparente unità potrebbe sorprendere un po' Putin, la Germania si sta trattenendo, assumendo una posizione intransigente, in particolare a causa della sua dipendenza dal gasdotto North Stream II per la sicurezza energetica. L'Italia dipende anche, anche se meno, dal gas russo e insieme alla Germania si è opposta all'utilizzo della piattaforma di pagamenti globale SWIFT come parte delle sanzioni contro la Russia.
Nei regimi totalitari in cui non ci sono meccanismi di controllo e di condivisione democratica sulle decisioni di governo il leader deve essere per forza vincente , il carisma del capo si fonda, infatti, proprio sulle vittoria permanente in ogni circostanza ed in ogni luogo.
Putin sa bene che la sua sopravvivenza politica dipende totalmente dal successo della rischiosa avventura che da 5 giorni ha intrapreso e che rischia di fallire a causa di un esercito demotivato, con i generali che non hanno preso bene l’ appoggio ceceno perché non condiviso, con il responsabile della diplomazia sovietica Sergej Lavrov sempre più scollato dalla realtà, con i servizi segreti non autonomi nelle gestione dell’ intelligence, e con una resistenza inaspettata del popolo ucraino.
Oggi si apre una stanza di dialogo reale in cui è possibile trovare un accordo ed uno stop alle operazioni militari, la spinta alla trattativa viene dalla Cina che ha bisogno per i propri interessi di pacificare l’area.
L’invasione russa dell’Ukraina prevedeva operazioni lampo che oltre a distruggere le infrastrutture civili e militari compresa la contraerea Ucraina, aveva come obiettivo primario il controllo totale di Kiev entro 48 ore e la sostituzione dell’attuale governo.
Ad oggi Kiev resiste, l’esercito non si è dissolto, ha invece organizzato una efficace azione di guerriglia urbana coinvolgendo ed armando migliaia di civili riconoscibili da una fascia gialla indossata sul braccio, non siamo, quindi, di fronte ad una improvvisata disperazione di un popolo assediato, sembra invece una lucida organizzazione difensiva che dimostra una tattica di difesa urbana.
I civili saranno efficaci quanto invisibili ai russi, saranno quelle unità volontarie e motivate che potranno fermare le brigate di intelligence sovietiche infiltrate da giorni tra la popolazione Ucraina.
Il nuovo governo italiano appena insediato è stato chiaro: le sanzioni alla Russia vanno riviste e l’Ue deve ridiscuterne. Ma facciamo un passo indietro a quando queste sanzioni furono adottate: qual era il fine delle stesse? Si dice che le sanzioni avrebbero dovuto portare ad un generale miglioramento della situazione in Ucraina ma a distanza di ben quattro anni nulla si è evoluto in meglio. La strategia adottata si è rivelata fallimentare ed altamente lesiva specialmente per alcuni stati dell’Ue in prima linea l’Italia. Tutto questo a seguito dell’invasione russa in Ucraina.