In pochi minuti le immagini hanno fatto il giro del mondo: una telecamera di sorveglianza senza audio documenta il momento dell’esplosione. La potenza del boato si intuisce dal tremore dell’immagine. Poi vengono pubblicate altre riprese effettuate da un passante con un telefonino, che mostrano le conseguenze dell’attentato, compiuto da una donna kamikaze che si è fatta saltare in aria nell’atrio della stazione ferroviaria di Volgograd, l’ex Stalingrado proprio nel momento di massima affluenza con migliaia di persone in transito dopo le vacanze di capodanno.
Stando a quanto raccontato da alcuni testimoni, la kamikaze avrebbe azionato il dispositivo prima di passare il metaldetector e mettere a segno l’attentato, proprio mentre uno degli agenti le stava andando in contro per i controlli di routine. Altre fonti rendono noto che sarebbero stati rinvenuti i resti di una mano, con la linguetta di una granata. Questo dettaglio non è da sottovalutare, considerando che grazie a questo elemento gli investigatori potranno individuare quale possa essere l’arma vera, se trattasi di un congegno artigianale oppure di una vera e propria bomba a mano commerciale (visti i meccanismi di sicurezza da soddisfare per consentire l’esplosione poco probabile).
Nessuna rivendicazione per ora, ma tutti ricordano l’appello del leader separatista ceceno Doku Umarov, che a luglio aveva esortato i ribelli a fare il possibile, per impedire lo svolgimento delle olimpiadi invernali previste per febbraio 2014 a Sochi una località sul Mar nero non distante dalla turbolenta regione Caucasica.
In seguito a quell’appello postato online, i servizi russi avevano aumentato la sicurezza, ma gli attentati sono continuati nelle località confinanti col Caucaso. Sembra evidente che l’intelligence deve migliorare, così come la cooperazione, al fine di prevenire altri attentati terroristici.
Due mesi fa sempre a Volgograd, un’altra donna Kamikaze originaria del Daghestan si era fatta esplodere su un autobus pieno di studenti, provocando la morte di 7 persone e 2 giorni fa a Pyatigorsk (situata sulle rive del fiume Podkumok sulla pianura a nord della catena montuosa del Caucaso) è esplosa un’autobomba uccidendo 3 persone. Oggi il nuovo ordine del Presidente Vladimir Putin, per rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza in stazioni e aeroporti. Obiettivo: garantire il successo delle olimpiadi invernali che il Cremlino ha fortemente voluto come vetrina della nuova potenza russa.
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