Ieri il nostro ministro degli Affari Esteri - Terzi - annunciava le sue dimissioni al termine dell'informativa alla Camera. «Le mie riserve sono rimaste inascoltate», ha detto il ministro con riferimento alla decisione di inviare di nuovo in India i due militari italiani, quando l’accordo di trattenerli in Italia era stato preso di comune accordo con tutte le valutazioni di Governo.
Le motivazioni di questo balletto sono legate ad una vera e propria crisi commerciale tra Italia e India che potrebbe mettere a rischio i rapporti di interscambio. Nell’anno appena concluso infatti il totale delle esportazioni, secondo alcune stime, dovrebbe essere salito a circa 3,8 miliardi di euro, ma quel che più conta è che i dati ufficiali dicono che nei primi cinque mesi del 2011 l'interscambio bilaterale Italia-India ha registrato una crescita del 29,3% rispetto agli stessi mesi del 2010.
In particolare le esportazioni italiane verso il Subcontinente indiano sono cresciute del 21% e tra gli esportatori dell’Unione europea, l'Italia si colloca al quarto posto dopo Germania, Belgio e Gran Bretagna e davanti alla Francia.
Un mercato che dimostra potenzialità di crescita importanti, ed è dunque ovvio che gli imprenditori più impegnati nell’area temano che l’incidente nel Kerala possa ora mettere a rischio questo trend positivo.
Ultimo interrogativo “Italian Connection” lo scandalo che ha coinvolto la Agusta Westland (società del gruppo Finmeccanica) l’acquisto di elicotteri militari italiani Aw-101.
Alla fine degli anni’90 Agusta S.p.a., società partecipata di Finmeccanica dal 1994, decide di avviare un’alleanza strategica con la britannica Westland Aircraft Ltd, già partner nel programma EH101, un elicottero progettato su specifiche delle Marine Italiana e Britannica e sviluppato nelle tre versioni “Naval” (per operazioni navali), “Utility” (per trasporto tattico e logistico) e “Civil” (per trasporto passeggeri e missioni di ricerca e soccorso.)
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