Non c'è dubbio che la catastrofe umanitaria che la Siria sta affrontando dopo il terribile terremoto ha ispirato molti paesi ad agire e ad aiutare, poiché i tabù politici vengono spesso aggirati di fronte alla catastrofe umana. Tuttavia, dal punto di vista politico, la situazione rimane molto complicata.
Molti osservatori hanno notato negli ultimi anni l'attivismo politico degli Emirati riguardo alle questioni siriane. Il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Abdullah Bin Zayed, ha visitato spesso Damasco e, naturalmente, Bashar Assad ha rotto il suo embargo politico visitando gli Emirati Arabi Uniti. Questo sforzo sembra essere parte degli sforzi degli Emirati Arabi Uniti per rimodellare una posizione araba a sostegno della fine della crisi siriana. Questi sforzi non sono ancora riusciti a riportare la Siria nella Lega Araba, ma il numero di paesi arabi che ora si impegnano con la Siria, o non hanno obiezioni al suo ritorno, sta aumentando.
Iniziate iniziative di riavvicinamento di alcuni Paesi arabi verso la Siria. Sebbene la visita del ministro degli Esteri degli Emirati a Damasco non sia stata una sorpresa poiché gli Emirati sono sempre stati favorevoli al ricongiungimento con la Siria, è comunque un'importante dimostrazione del potenziale per Damasco di tornare alla Lega araba.
La posizione degli Emirati sulla Siria ha preso una svolta radicale quando il paese del Golfo ha preso posizioni forti contro i gruppi islamici che hanno preso il potere in alcuni paesi arabi durante la primavera araba. Il conflitto tra Emirati Arabi Uniti e Turchia ha spinto anche Abu Dhabi a cambiare posizione in base alla regola; Il nemico del mio nemico è mio amico.
Molti degli ostacoli all'inclusione della Siria sono cambiati. Non c'è un chiaro veto da parte dell'Arabia Saudita, che è la posizione critica sia a livello del Golfo che a livello arabo. Sebbene la posizione degli Stati Uniti sia ancora poco chiara, ma non vi è nemmeno un chiaro veto, nonostante le sanzioni nel Caesar Syria Civilian Protection Act, la riconciliazione politica è difficile. L'assenza di una chiara iniziativa degli Stati Uniti nei confronti della Siria incoraggerà i paesi a iniziare a prendere provvedimenti, alcuni potrebbero persino pensare che così facendo gli Stati Uniti saranno obbligati ad accettare questi passi.
Durante una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite focalizzata sulla situazione in Medio Oriente gli Emirati Arabi Uniti hanno invitato la comunità internazionale a impegnarsi su tutti i fronti per risolvere le attuali crisi in Medio Oriente al fine di raggiungere la stabilità regionale e internazionale.
Parlando davanti al Consiglio, Amierah Alhefeiti, Rappresentante permanente aggiunto e incaricato d’Affari degli Emirati Arabi Uniti alle Nazioni Unite, ha chiesto alla comunità internazionale di mantenere il proprio impegno nei confronti del diritto internazionale, della Carta delle Nazioni Unite e delle relative risoluzioni. Per raggiungere questi obiettivi è necessario rafforzare il multilateralismo per sbloccare la situazione di stallo nel processo di pace in Medio Oriente e ha quindi invitato le parti a raggiungere soluzioni politiche durature in paesi come la Siria, lo Yemen e la Libia, in linea con i parametri concordati per la pace, nonché a rispondere alle legittime aspirazioni dei popoli.
Nucleare – Gli Emirati Arabi Uniti a breve giro inaugureranno la loro prima centrale nucleare. L’unità 1 dell’impianto nucleare di Barakah ad Abu Dhabi è pronta per iniziare la produzione di energia, secondo un’attenta valutazione di operatività condotta da un team internazionale di esperti del settore.
Nei giorni scorsi, Sua Altezza Sheikh Abdullah bin Zayed Al Nahyan, ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, ha avuto a Bruxelles, un incontro istituzionale con Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione europea, per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonché vicepresidente della Commissione europea.
Si è svolto giovedì 28 novembre presso i locali della MEM – Mediateca del Mediterraneo, la conferenza-seminario dal titolo Percorsi: Popoli e Religioni a confronto.
Per l’occasione si sono confrontati Don Mario Farci (Pontificia Università), Federico Di Leo (Comunità di Sant’Egidio), Padre Refat Michael Yousef Bdour, (direttore del Centro Studi Cattolico in Giordania) e Paola Piroddi, Assessore alla Cultura del Comune di Cagliari.
Si è tenuto lo scorso 16 novembre ad Abu Dhabi il primo incontro tripartito tra Emirati Arabi Uniti, Cipro e Grecia alla presenza di Sua Altezza lo sceicco Abdullah bin Zayed Al Nahyan, ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, e i suoi omologhi, il cipriota Nikos Christodoulides e il greco Nikos Dendias.
Diciassette imprenditrici degli Emirati Arabi che sono state selezionate durante la seconda edizione del Badiri Social Entrepreneurship Program (BSEP) per visitare Londra e Liverpool con lo scopo di apprendere pratiche commerciali socialmente efficaci e innovative.
È la prima volta che imprenditrici emiratine, scelte sulla base di una serie di interviste condotte nella fase preselettiva, partecipano al programma ideato con l’obiettivo di potenziare e dotare le manager delle conoscenze necessarie a trasformare le loro attività in imprese sociali redditizie.
Anita Bhatia, vicedirettore esecutivo di UN-Women, l’agenzia dell’ONU per l’emancipazione femminile, ha affermato che i recenti successi contro le discriminazioni di genere rischiano di essere messi a rischio a causa del preoccupante “respingimento” dei diritti delle donne in alcune parti del mondo.
Durante la sua visita negli Emirati Arabi Uniti ha però affermato di essere comunque ottimista riguardo alle prospettive di progresso, esortando gli Emirati Arabi Uniti a continuare nel cammino intrapreso e diventare un esempio per le migliori pratiche nella promozione della parità nelle aree del Golfo.