Giornalista di inchiesta, corrispondente per Triageduepuntozero dal Medio Oriente e dal Nord- Africa.
Esperta di musica e cultura araba, è autrice di numerosi reportages dalle aree di conflitto relative alla primavera araba.
Si occupa attivamente della difesa dei diritti umani
Dalga è un paese di campagna ad Al-minya in Egitto, che a seguito a delle proteste e a delle manifestazioni pacifiche fatte dai suoi abitanti contro il regime golpista, è stato invaso da poliziotti e militari con carri armati, elicotteri ed altro, bombardata con armi pesanti e circondata dalle forze armate egiziane vietando l'entrata e l'uscita di qualsiasi persona.
Hanno distrutto e bruciato case, arrestato persone con la scusa di cercare armi pesanti e laboratori di produzione d'armi e per proteggere i cristiani del luogo che secondo il racconto dei golpisti venivano perseguitati. Nonostante tutto i abitanti di Dalga non hanno risposto alle provocazioni e continuano tutt'ora a scendere ogni giorno in manifestazioni pacifiche.
Ieri una fonte ufficiale del ministero degli affari esteri e degli emigrati:"è riapparso il segretario di stato il Sig. John Kerry dopo giorni di pressione mediatica ed esagerazione con quelle che - a quanto detto dal governo statunitense - sarebbero le prove schiaccianti che metterà a disposizione dell'opinione pubblica ed internazionale, ma il Sig. Kerry si è basato su vecchi racconti pubblicati dai terroristi da più di una settimana fa con tutte le menzogne e la fabbricazione che contiene.
In questo giorno di rabbia e dopo la preghiera del Venerdì sono scesi per le vie milioni di persone in tutto l'Egitto nonostante il coprifuoco, per protestare contro la dittatura dell'esercito che continua ad uccidere senza pietà.
Alcune persone si sono fatte da scudo per proteggere banche e chiese.
Carri armati, elicotteri e cecchini sopra i palazzi massacrano la gente scesa in piazza; il numero delle vittime non è ancora definito.
I familiari delle vittime uccise dall'esercito egiziano trovano un netto rifiuto da parte dell'autorità egiziana di dar loro autorizzazioni per poter seppellire i loro cari e si trovano obbligati a firmare rapporti di morte dove viene indicato che la vittima si è suicidata... in questo modo l'esercito sta cercando di togliere la sua responsabilità di questo massacro.