Daesh ha incontrato in Libia i capi tribali che operano sulla costa ed è riuscito a trovare un accordo per compattarli e fare fronte comune con l'intento di controllare tutta la linea costiera. L'operazione è in fase di perfezionamento... sono stati eliminati i gruppi legati ad Al-Zawahiri. Controllando la costa contano di stressare l'Europa con l'invio massiccio di clandestini: nei prossimi giorni ne arriveranno a migliaia. La UE cadrà nella trappola ed esaminerà la possibilità di fare interventi mirati in Libia tralasciando il fronte siriano iracheno. Oltretutto fonti riservate ci informano che accordi segreti sono in corso per rinforzare Al-Zawahiri e riportarlo in gioco. Tedeschi ed inglesi sono molto attivi.
Appuntamento fissato a Minsk nella giornata di mercoledì 11 febbraio. Obiettivo? Cercare di riportare le parti al tavolo delle trattative, dopo che gli accordi firmati nel settembre scorso non hanno avuto gli effetti sperati: la crisi in Ucraina, che dall’aprile 2014 ha causato oltre cinquemila vittime, invece di spegnersi gradualmente si è pericolosamente riaccesa e continua a crescere d’intensità.
Il rischio di oltrepassare una soglia oltre la quale non sarà più possibile tornare indietro ha spinto i leader di Francia e Germania a chiedere un nuovo incontro con Mosca e Kiev. Tuttavia, come sostenuto dal Segretario agli Affari Esteri britannico Philip Hammond, non si può nemmeno parlare di un Minsk Plus dal momento che non esiste un testo pronto a essere firmato . Nella capitale bielorussa sarà proposto un pacchetto di misure per arginare la crisi e si cercherà di trovare un’intesa fondamentale che possa poi portare alla firma di un nuovo e definitivo accordo.
Al Baghdadi spinge le azioni terroristiche nel nord Africa e con Parigi applica la tattica della contingenza.
Non esiste per l’Isis una strategia ottimale, i leader jihadisti hanno ben chiaro che è sempre lo scenario a rendere vincente una strategia. Quando i teatri di conflitto vengono modificati verso la saturazione delle nuove possibili aree, si indeboliscono le capacità psicologiche difensive degli avversari rendendo quasi inutile la prevenzione.
Many questions could be easily raised regarding the incident in Paris. Yet, the major questions are related to the consequences of this incident that comes in a very critical moment of shaping a new strategy of combatting terrorism. It is possible to consider Paris attacks as a smaller version of New york Sept 11th . However, Paris incident can not be compared to New york, but it is enough to think of launching a second version of Fighting terrorism where France will have a leading role. This might lead us to expect some of possible consequences or French reactions to the brutal attacks.
Finalmente l’Unione Europea ha deciso, i governi e le forze di sicurezza dovranno lavorare più strettamente al fine di controllare le minacce e le violenze di matrice terroristica come quelle avvenute a Parigi la scorsa settimana.
Così come la Francia ha schierato le proprie truppe per le strade, il primo ministro Ungherese ha chiesto formalmente all’Europa di chiudere le porte all’immigrazione, e molti paesi dell’Unione stanno pensando di cambiare le regole di viaggio “senza passaporto”.
Pubblicato in data 8 dicembre 2014:
With the list of countries targeted by terrorism growing, we are starting to see an impact on the internal policies of various other countries also impacted. Concern is particularly growing in Europe as a result of the level of involvement many of its citizens and residents have in these terrorist groups.
Concern is growing amongst citizens, security officials believe the risks are increasing and Europe is a potential target and are calling for an effective strategy to be implemented. There are growing signs of radicalization across Europe. Aside from exploitation of human rights, social services and the more effective facilitation of daily life are major challenges that Europe already faces.
Dopo due giorni e mezzo di inseguimento, 3 sospetti jihadisti uccisi e almeno 4 ostaggi morti, due azioni di fuoco simultanee a Parigi (Porte de Vincennes) e a Dammartin-en-Goele, l’incubo iniziato con la strage nella redazione del Charlie Hebdo, a Parigi, sembra finito. La Francia e tutti i Paesi europei si interrogano su che tipo di “mostro” stiano affrontando.
L’attacco al giornale satirico francese Charlie Hebdo è la dimostrazione di quanto l’Europa, e non solo la Francia, possa essere vulnerabile. Lo sgomento causato da tal episodio si accompagna alla presa di coscienza del fatto che il Vecchio Continente non è quella fortezza impenetrabile che molti si aspettavano o speravano che fosse.
L’attentato di Parigi dobbiamo interpretarlo come l’11 settembre europeo, ormai è iniziata la guerra anche nelle nostre città.
Sale il livello di allerta a Roma e nelle altre capitali ma bisogna ammettere che si sono sottovalutati i rischi per la sicurezza, soprattutto il rischio interno rappresentato dalle cellule terroristiche isolate che vivono infiltrate tranquillamente in Europa e seppure dormienti sempre pronte ad agire.
Oggi il terrorismo di matrice Jihadista si muove sempre più in attività decentrate dove piccoli Team paramilitari ben addestrati possono colpire ovunque sfruttando il fattore sorpresa.
"Di fronte alla minaccia terroristica l'Europa ha sbagliato e adesso ne sta pagando le conseguenze". Sono le parole di Amer al Sabaileh, analista strategico giordano ed esperto di terrorismo. Raggiunto telefonicamente da Panorama.it, ha commentato la strage di Parigi e l'uccisione di 12 persone presso la sede della rivista satirica Charlie Hebdo.