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19-08-2017

Attentato Barcellona

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L’attentato del 17 agosto avvenuto sulle Ramblas di Barcellona rientra in un quadro più ampio di attacchi coordinati tramite l’utilizzo di autoveicoli lanciati contro i passanti inermi. Le grandi differenze rispetto agli altri attacchi simili avvenuti in altre città europee risiedono in: 1) l’organizzazione dell’attentato. Infatti sembra che rispetto a quanto già visto a Nizza, Londra e Berlino, questa volta l’attacco sia stato frutto di un piano organizzato da un gruppo di circa 8 persone, mentre precedentemente si era trattato di atti compiuti da gruppi molto più ristretti o da lupi solitari; 2) l’obiettivo era già noto ai servizi segreti spagnoli e internazionali. Secondo fonti di intelligence, la CIA aveva avvertito le autorità spagnole circa il rischio di attentati sulle Ramblas e le informazioni andavano a confermare quanto già in possesso dai servizi segreti spagnoli e francesi. 

Secondo altre fonti di intelligence infatti i servizi segreti spagnoli e francesi stavano collaborando sulle indagini di una cellula francese che aveva stretti legami con individui residenti in Catalogna. In particolare le indagini si stavano concentrando sull’intercettazione di comunicazioni tra i jihadisti presenti in spagna tramite l’utilizzo di chat erotiche dei siti sottoelencati: 

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I servizi segreti francesi avevano così scoperto la presenza di una cellula non più dormiente attiva in tutta la Catalogna fino al confine francese, tale cellula era in grado di procurarsi ingenti quantità di esplosivi e soprattutto dimostrava una buona organizzazione interna, con due elementi, probabilmente di cittadinanza francese, come leader. La dinamica dell’attentato, tuttavia, lascia pensare che il gruppo avesse in mente di compiere un attacco di altro tipo, su larga scala, ma che a causa della pressione delle forze di polizia sul gruppo, siano stati costretti ad anticipare l’attacco, ripiegando su una tecnica più veloce da mettere in atto, lo dimostra anche la completa mancanza di un piano di fuga degli attentatori. 

È ipotizzabile che la cellula resista per alcuni mesi alle indagini delle polizie europee ma che entro 60-90 giorni venga smantellata del tutto. È opportuno verificare se tale cellula possieda qualche legame con membri jihadisti residenti nell’area metropolitana di Milano e in parte collegati all’attentato di Berlino. In questo contesto l’allerta si alza in tutti i paesi d’Europa, in quanto è possibile che l’attentato di Barcellona dia avvio ad una nuova ondata di attentati che era stata prevista come colpo di coda alla caduta di Mosul, in Iraq. Si ripeteranno episodi molto simili, con l’utilizzo di veicoli contro le persone, e attacchi da parte di individui isolati armati di armi da taglio contro polizia e passanti. 

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Claudio D'Angelo

Laureato con lode in Scienze per l’Investigazione e la Sicurezza presso l’Università degli Studi di Perugia.
Laureando in Ricerca Sociale per la Sicurezza Interna ed Esterna (Safety and Security Manager).
Analista di intelligence perfezionato nell'analisi del rischio, nell'individuazione delle possibili minacce terroristiche e nella vulnerabilità dei siti industriali, delle infrastrutture critiche e degli obiettivi strategici.
Esperto nella gestione degli scenari di emergenza e nella tutela e la messa in sicurezza di personale operante in aree di crisi, con specifico expertise dell’area mediorientale.
Redattore per il magazine – online Convincere, svolge ricerche nel campo della diffusione dei movimenti Jihadisti in Medio Oriente e Africa, nell’applicazione della teoria dei sistemi complessi alla società e della Network Analysis nel processo di analisi d’intelligence.

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