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04-04-2014

“DOSSIER UKRAINA”

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Il ruolo della Russia negli affari internazionali è diminuito, almeno temporaneamente, Mosca è stata de facto esclusa dal gruppo delle 8 potenze industrializzate.

Il tentativo del presidente Vladimir Putin di utilizzare il gruppo BRICS le  potenze emergenti al fine di mitigare l’isolamento imposto dall’occidente è fallito a causa delle controversie con Cina e India circa il Tibet e il Kashmir.

La NATO è tornata in piena attività proprio nel momento in cui sembrava aver perso il suo smalto a causa dell’abbandono della missione in Afghanistan.

Siamo di fronte a un notevole aumento delle pattuglie aeree alleate sotto la bandiera della Polonia e degli stati Baltici e Varsavia spinge per una rapida introduzione di sistemi di difesa missilistica degli USA in Europa centrale.

Sotto la pressione degli Stati Uniti alcuni paesi europei potrebbero ripensare ai tagli relativi alle spese per la difesa.

Svezia e Finlandia percepiscono di nuovo i russi come una potenziale minaccia e cooperano più strettamente con la NATO.

La vicenda Ucraina ha cementato il ruolo della leadership di Berlino in Europa. 

La cancelliera Angela Merkel è diventata l’interlocutore principale dell’Europa con Putin.

Il presidente Putin è vicino al picco della sua popolarità cavalcando un’ondata di orgoglio nazionalistico, tuttavia l’instabilità può crescere quando si è sotto la pressione dei grossi industriali russi  i quali sono molto arrabbiati per aver perso investimenti stranieri in Russia.

La maggior parte rimangono fedeli ma le cose potrebbero radicalmente cambiare nei prossimi sei mesi.

Gli USA sono profondamente preoccupati per i 40.000 soldati ammassati sul confine ucraino, alimentano la preoccupazione che la Russia  stia preparando un’incursione più ampia in Ucraina provocando un clima di paura e intimidazione.

Dalla fine della guerra fredda la NATO ha spostato la propria attività prima verso il Kosovo,, l’Afghanistan, la Somalia, così come in Libia, Rasmussen avverte che la sicurezza europea non può più essere data per scontata e invita gli stati europei  a rafforzarsi politicamente e militarmente. Dopo la questione ucraina.

La crisi ucraina e quello che è successo in Crimea devono suonare come un campanello d’allarme a cui  deve seguire da un aumento degli investimenti europei nella difesa se si vuole garantire un deterrente credibile e una difesa collettiva.

Oltre a intensificare l’assistenza all’Ucraina la NATO dovrà necessariamente fare nei giorni a venire  qualcosa di più di quello che ha fatto fino ad oggi.

© Riproduzione Riservata

Mario Neri

Laureato in giurisprudenza ed in scienze giuridiche. Master di II livello in scienze criminologiche.

Esperto di diritto internazionale e di programmi relativi al mantenimento della pace nelle aree di crisi.

Ufficiale in congedo dell’Esercito “ Folgore “. Analista nelle politiche di intelligence.

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