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31-08-2013

STATI UNITI GRAN BRETAGNA FRANCIA BLITZ IN SIRIA

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Il governo siriano nega di aver gasato il proprio popolo e ha giurato di difendersi da eventuali attacchi occidentali.

La maggior parte della popolazione fino a ieri, favorevole ad interventi stranieri, ora che sembrano una realtà, comincia  a preoccuparsi, nutre il giustificato timore che in caso di intervento ci possano essere molte vittime tra la popolazione civile.

Il presidente americano Barack Obama nonostante le smentite si propone di rovesciare Assad, anche se il diritto internazionale è chiaro al riguardo, per ogni azione militare è infatti necessaria “l’autorizzazione” del Consiglio di Sicurezza. 

I leader occidentali hanno chiaramente detto che sono pronti a farne a meno citando al riguardo precedenti interventi stranieri allo scopo di proteggere la popolazione civile.

Il presidente francese Hollande ha citato una disposizione, che a sua volta si è ispirata al genocidio ruandese del 1994,  del 2005 delle Nazioni Unite che autorizza ad intervenire per proteggere i civili dai loro stessi governi.

Argomenti analoghi sono stati utilizzati dalla NATO per bombardare la Serbia nel 1999 a seguito dell’uccisione di civili in Kosovo.

Il ministro degli esteri della Gran Bretagna Hague sostiene che l’intervento è giustificato anche dal fatto che bisogna a tutti i costi impedire che le armi chimiche siriane possano “cadere nelle mani sbagliate”.

La guerra civile in Siria è giunta al terzo anno, ha causato più di 100.000 morti e sembrerebbe quasi certo che armi chimiche come sarin e agenti nervini sono state usate più volte.

Le Nazioni Unite stanno indagando e finché la squadra guidata dallo scienziato svedese Ake Sellstrom si trova in Siria è poco probabile che scatti l’azione occidentale, l’attacco in ogni caso dovrebbe essere limitato a pochi giorni e compiuto tramite droni e missili da crociera lanciati da navi americane nel mediterraneo.

Spetta ai governi occidentali valutare attentamente se un regime sempre più assediato sia all’interno che all’esterno ed in grado di infliggere perdite di massa, in caso di attacco non provochi una escalation della violenza, attraverso il classico colpo di coda, e cioè usando armi chimiche in maniera massiccia contro il suo stesso popolo.

© Riproduzione Riservata

Mario Neri

Laureato in giurisprudenza ed in scienze giuridiche. Master di II livello in scienze criminologiche.

Esperto di diritto internazionale e di programmi relativi al mantenimento della pace nelle aree di crisi.

Ufficiale in congedo dell’Esercito “ Folgore “. Analista nelle politiche di intelligence.

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