Il giorno precedente, il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah aveva rilasciato una dichiarazione in cui ribadiva con forza il sostegno dei combattenti libanesi al fianco delle truppe di Assad e confermando la presenza di militanti di Hezbollah nella città siriana di al-Qusair, località strategica scenario di duri combattimenti nell'ultima settimana. Anche la città Hermel, nella regione del Bekaa, il 28 maggio è stata colpita dal lancio di almeno sette razzi, senza causare tuttavia vittime.
Nella città di Tripoli invece da giorni proseguono scontri di origine settaria tra gli abitanti del quartiere sunnita di Bab al-Tabbaneh e quello a prevalenza alawita Jabal Mohsen. Le violenze si sono concentrate in prossimità di Syrian Street, che di fatto divide i due quartieri, mediante anche l'uso di armi sofisticate, comprese granate e armi automatiche, portando così il numero delle vittime a 29 dall'inizio degli scontri. Le forze di sicurezza non sembrano dimostrarsi capaci di contenere le violenze che comunque dovrebbero diminuire nei prossimi giorni.
Da segnalare un colpo di mortaio sparato dal Libano meridionale sul territorio israeliano nella giornata del 26 maggio. Nonostante non sia ancora chiaro chi sia l'artefice del lancio, è opportuno escludere la responsabilità da parte di Hezbollah, il che lascia presumere con più probabilità il coinvolgimento da parte di militanti sunniti fuori controllo.
Si ritiene che le condizioni di sicurezza in Libano rimarranno altamente precarie come effetto del conflitto in Siria. La guerra di Damasco rischia inoltre di destabilizzare anche l'apparato politico libanese che, con molta probabilità, si vedrà costretto a posticipare le elezioni già previste per il 20 giugno.
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