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TRUMP’S PROMISES

Lunedì, 11 Novembre 2024 15:08

Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca è destinato a rimodellare la politica estera degli Stati Uniti. Durante la campagna elettorale, Trump ha fatto promesse politiche, spesso prive di dettagli specifici, basate sui principi di non interventismo e protezionismo commerciale, o come lui stesso afferma, "America First"., Trump ha ripetutamente affermato che avrebbe potuto porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina "in un giorno". Gli oppositori democratici di Trump, lo accusano di essersi ingraziato il presidente russo Vladimir Putin, affermano che il suo approccio equivale a una resa da parte dell'Ucraina e metterà in pericolo l'intera Europa. Trump ha anche criticato le decine di miliardi di dollari spesi dagli Stati Uniti per sostenere l'Ucraina nella sua guerra contro la Russia. Non ha detto a cosa entrambe le parti dovrebbero rinunciare per giungere ad un accordo. Sembra probabile che il suo programma politico riceva ampio sostegno al Congresso dopo che il suo Partito Repubblicano ha ripreso il controllo del Senato. Nel suo discorso di vittoria, Trump ha giurato che avrebbe "governato con un semplice motto: promesse fatte, promesse mantenute. Manterremo le nostre promesse". Durante la campagna elettorale, Trump ha promesso le più grandi deportazioni di massa di migranti clandestini nella storia degli Stati Uniti. Si è inoltre impegnato a completare la costruzione del muro al confine con il Messico, iniziato durante la sua prima presidenza. Sempre durante la sua prima presidenza, Trump ha revocato centinaia di misure di protezione ambientale e ha reso l'America la prima nazione a ritirarsi dall'accordo di Parigi sul clima.

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ELECTION DAY

Giovedì, 31 Ottobre 2024 21:31

L'Election Day USA, è il giorno in cui si vota, cade generalmente il martedì successivo al primo lunedì di novembre. Quasi tutti i sondaggi nazionali danno Kamala Harris davanti a Donald Trump nel voto popolare, è importante notare che il presidente degli Stati Uniti non viene eletto direttamente. Non c'è dubbio che Harris vincerà il voto popolare: i democratici hanno vinto il voto popolare in tutte le elezioni presidenziali di questo secolo, tranne una. Ma per diventare presidente, un candidato non ha bisogno di vincere il voto popolare, bensì, per vincere deve avere la maggioranza del voto del collegio elettorale: poichè il collegio elettorale ha consegnato la vittoria a Trump nel 2016 ( Hillary Clinton prese due milioni di voti in più di Trump) e potrebbe farlo di nuovo la prossima settimana, l'istituzione è stata introdotta dai padri fondatori per proteggere il paese dall'elezione di un presidente " populista ".

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OLD BOY

Sabato, 27 Luglio 2024 15:01

Quali prospettive si prefigurano per noi del vecchio continente in caso di rielezione di Trump? Donald Trump non ha mai nascosto il suo disprezzo per l’Unione Europea. È un «nemico» degli Stati Uniti, un «partner commerciale brutale» e tratta gli Stati Uniti «peggio della Cina», ha sbraitato il 45esimo presidente americano durante il suo mandato. I suoi commenti non sono stati dimenticati a Bruxelles. Trump una volta definì la capitale belga, che è anche la sede delle istituzioni europee e della NATO, un «inferno». Quando ha lasciato l’incarico all’inizio del 2021, Trump aveva iniziato una guerra commerciale con l’UE e aveva minacciato di ritirare gli Stati Uniti dalla NATO. Le relazioni transatlantiche erano ai minimi storici. E’ chiaro da tempo che il ritorno del «grande disgregatore» alla Casa Bianca è una possibilità concreta, con conseguenze potenzialmente gravi per l’Europa. Gli esperti si aspettano nuove tariffe, una concorrenza commerciale più dura, un allontanamento dalla NATO e un ritiro dagli accordi multilaterali. Ma ci sono anche europei che desiderano il ritorno del repubblicano. Alcuni scettici di destra dell’UE vedono Trump come un alleato nella loro lotta per una maggiore sovranità e identità nazionale. In uno scenario pessimistico, o realista, Trump potrebbe infine porre fine agli aiuti militari americani all’Ucraina. Ciò travolgerebbe gli alleati. In ogni caso, quasi nessuno in Europa sarà disposto a investire in una causa senza speranza.

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STORMY TRUMP

Venerdì, 08 Marzo 2024 10:45

La narrativa che circonda i sostenitori di Donald Trump spesso li caratterizza come ignoranti razzisti, reazionari, completamente ciechi di fronte ai difetti di Donald Trump e forse addirittura incapaci di prendere decisioni nel proprio interesse personale. Tuttavia, il loro sostegno deriva da una profonda sfiducia nel sistema politico americano e da un desiderio di cambiamento. Il fascino di Trump risiede nel suo ritratto come un outsider disposto a sfidare lo status quo. La gente si chiede: perché le persone continuano a sostenere con passione un uomo che deve affrontare 91 accuse penali? Perché schierarsi dietro qualcuno che flirta apertamente con il totalitarismo e scherza sull’imposizione di una dittatura nel primo giorno della sua amministrazione? Secondo il Washington Post, si parla addirittura che Trump potrebbe invocare l’Insurrection Act non appena entrerà in carica, permettendogli di schierare l’esercito americano contro i manifestanti americani, come parte di un piano più ampio per punire o mettere a tacere i suoi oppositori politici.

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Lo schiaffo Usa a Macron

Domenica, 19 Settembre 2021 12:08

L’ uscita degli USA dal teatro afgano ha immediatamente innescato il riposizionamento politico economico degli americani sullo scenario internazionale.

La volontà di Biden di condividere con gli alleati europei ogni tipo di scelta geopolitica futura non si è dimostrata veritiera, la vicenda dei sommergibili nucleari venduti all’ Australia e la cosiddetta intesa "Aukus" impongono tempi strettissimi di reazione per contrastare il controllo cinese del Pacifico.

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La politica globale sta cambiando e le dinamiche tradizionali in atto dalla seconda guerra mondiale stanno cambiando. Molti paesi, specialmente in Medio Oriente, hanno costruito le loro politiche sulla divisione tra Oriente e Occidente e la loro politica estera e la partecipazione alle alleanze si sono effettivamente basate su questo conflitto ideologico. Negli ultimi anni abbiamo assistito all'evoluzione della guerra al terrorismo che ha influito su questi pilastri tradizionali e le alleanze stanno diventando sempre più basate su vantaggi economici e reciproci.

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Nuovi tentativi di imporre "accordi regionali"

Lunedì, 25 Febbraio 2019 14:29

Verso l'ultimo anno del suo primo mandato, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump perseguirà un accordo regionale in Medio Oriente, con particolare attenzione alla Palestina. Dall'inizio di questa amministrazione, ci sono state fughe di notizie e voci dalla Casa Bianca sulla "questione del secolo" per il Medio Oriente.

Il primo chiaro segno dell'interesse di questa amministrazione a trovare un accordo scuotendo la situazione fu quello di annunciare il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele e che l'ambasciata degli Stati Uniti in Israele sarebbe stata trasferita lì. Si trattava chiaramente di una mossa calcolata, poiché la rabbia e il respingimento di coloro che si opponevano non sembravano esercitare alcuna pressione sull'amministrazione.

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American axis without America

Lunedì, 02 Marzo 2015 10:59

It would have been very difficult to predict a day when countries in the region which have been historically aligned with the US would find themselves under greater threat as a result of the ambiguity, confusion and contradictions in US policy around the so-called war on terrorism. While many countries are upgrading their national security and preparing for regional cross-border terrorism, US policy appears to be indifferent to the current risk of escalation on many fronts.

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The way Netanyahu appeared during Paris march against terrorism shows the desire of the Israeli Prime Minister to change the recent American and European pressure that Netanyahu is suffering from his role in derail Kerry’s peace proposal, refusal to stop the settlements etc. suddenly Paris attacks turned to be a manifestation of an anti-Semitism, and Jews of Europe became the main target of these attacks.

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Anonymous combatte il terrorismo

Giovedì, 15 Gennaio 2015 12:14

Lo avevano annunciato. Lo stanno portando avanti. Anonymous sta attaccando in queste ore siti jihadisti abitualmente utilizzati per la propaganda del terrore, con attacchi di tipo DDOS e Defacement vari al fine di ridicolizzare i terroristi. Allo stesso tempo i gruppi di Anonymous stanno acquisendo informazioni in merito ai responsabili della messa online dei messaggi di propaganda al terrore, e renderanno pubblici sulle “lavagne virtuali” tutto o parte del raccolto.

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