La guida suprema dell’Iran Ali Khamenei ed il Capo della Commissioni Esteri del parlamento iraniano Hossein Naqavi Hosseini hanno affermato nei giorni scorsi che un eventuale attacco occidentale assegnerebbe alla Siria il diritto di reagire contro Israele e contro le basi americane in Medio Oriente.
Russia e Cina hanno dichiarato di non accettare nessuna posizione interventista e di porre il proprio veto a qualsiasi risoluzione ONU contro la Siria, in particolare il Ministro degli Esteri Russo Lavrov ha ufficialmente chiesto di aprire una discussione alle Nazioni Unite per valutare i rischi di instabilità globale nell’area a causa di un ipotetico attacco missilistico statunitense,in considerazione del fatto che le prove di utilizzo di gas Sarin da parte di Assad non sono state documentalmente presentate.
Sarebbe un'unità segreta dell’esercito di liberazione popolare cinese, la responsabile della maggior parte dei tanti attacchi informatici cinesi in aziende statunitensi e relative infrastrutture. A dirlo è David Sanger corrispondente da Washington per il New York Times.
Dal punto di vista diplomatico la realtà Cyber è molto complicata… pensare che il proprio avversario possa riuscire ad intrufolarsi nei propri sistemi riuscendo addirittura ad impossessarsene, con la possibilità di spegnerli in qualsiasi momento o di riattivarli a proprio piacimento, non è difficile ipotizzare le conseguenze su tutti i settori come ad esempio il controllo dello spazio aereo ma non solo. Uno dei recenti attacchi ha visto come target proprio il New York Times, e dalla relazione di una società di sicurezza informatica si evincerebbe il pieno coinvolgimento dei militari cinesi in questa azione.
Mentre permangono tensioni tra Cina e Giappone al largo di Senkaku, la Corea del Nord ha annunciato di aver effettuato il terzo test nucleare. In Bangladesh non cessano tensioni sociali dovute alle difficili condizioni economiche.