Sarebbe un'unità segreta dell’esercito di liberazione popolare cinese, la responsabile della maggior parte dei tanti attacchi informatici cinesi in aziende statunitensi e relative infrastrutture. A dirlo è David Sanger corrispondente da Washington per il New York Times.
Dal punto di vista diplomatico la realtà Cyber è molto complicata… pensare che il proprio avversario possa riuscire ad intrufolarsi nei propri sistemi riuscendo addirittura ad impossessarsene, con la possibilità di spegnerli in qualsiasi momento o di riattivarli a proprio piacimento, non è difficile ipotizzare le conseguenze su tutti i settori come ad esempio il controllo dello spazio aereo ma non solo. Uno dei recenti attacchi ha visto come target proprio il New York Times, e dalla relazione di una società di sicurezza informatica si evincerebbe il pieno coinvolgimento dei militari cinesi in questa azione.
La Mandiant, nota società di sicurezza, avrebbe individuato un edificio di 12 piani nella periferia di Shanghai da cui partirebbero gli attacchi. Il governo cinese dichiara che queste accuse sono prive di fondamento, irresponsabili e poco professionali.
In realtà è molto difficile attribuire un attacco informatico ad una fonte o area esatta. Potremmo dire di trovarci di fronte ad una guerra fredda informatica, considerando che il volume di fuoco di un attacco a suon di bit sarebbe largamente superiore a quello di una testata nucleare con effetti devastanti.
Fonti:
http://amanpour.blogs.cnn.com/2013/02/19/fmr-cia-official-cyber-war-more-sinister-than-nuclear-age/
http://edition.cnn.com/2013/02/19/opinion/hayden-courage-security-decisions/index.html?hpt=hp_c1
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