La vicepresidente Kamala Harris ha dichiarato in un'intervista al Wall Street Journal pubblicata ll 6 febbraio, due giorni prima del rapporto Hur, che è pronta a farsi avanti se il presidente Joe Biden non può continuare a svolgere il suo ruolo, anche se ha difeso l'acutezza mentale e la capacità di Biden di svolgere il lavoro dopo che il procuratore speciale Robert Hur ha descritto Biden in un rapporto dopo un’indagine durata un anno, come un “uomo anziano con scarsa memoria” e ha citato una serie di esempi di come Biden ha dimenticato alcuni fatti, tipo gli anni in cui ha servito come vicepresidente e la data della morte di suo figlio Beau. Biden non ha aiutato il suo caso quando ha parlato del rapporto del procuratore speciale e ha erroneamente identificato il presidente dell’Egitto come presidente del Messico. I repubblicani hanno colto al volo la confusione e i risultati del rapporto e alcuni hanno addirittura chiesto l’applicazione del 25° emendamento, che permette la rimozione dall’incarico. Il rapporto del procuratore speciale ha suscitato una nuova ondata di preoccupazioni e domande sulla memoria dell’81enne Biden.
Boris Johnson e Joe Biden avrebbero fatto fallire le trattative per fermare la guerra nella primavera del 2022? Pochi ora ricordano che la guerra era quasi finita prima ancora di iniziare. Il 24 febbraio 2022, la Russia ha lanciato attacchi terrestri e aerei contro l’Ucraina su quattro fronti. Il 28 febbraio 2022, funzionari russi e ucraini si sono riuniti a Gomel, in Bielorussia, per avviare i negoziati di pace. I colloqui di pace continuarono a intermittenza per un mese prima di essere interrotti. Vladimir Putin ha recentemente ripetuto l’affermazione secondo cui Boris Johnson avrebbe fatto naufragare i negoziati per un accordo di pace tra Russia e Ucraina nella primavera del 2022. Durante un'attesissima intervista con l'ex commentatore di Fox News Tucker Carlson, la prima intervista fatta a Putin da un giornalista occidentale, a due anni dall’invasione Russa dell’Ucraina il presidente russo ha affermato, che un "enorme documento" era stato preparato e approvato dal capo della delegazione ucraina, prima che Johnson intervenisse. e “dissuase” il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj.
Donald Trump si candida di nuovo alla presidenza degli Stati Uniti. La strada verso la Casa Bianca è lunga e prima deve vincere una corsa all'interno del suo stesso Partito Repubblicano. Il vincitore probabilmente affronterà il presidente Joe Biden nelle elezioni del 2024. Donald Trump è in vantaggio rispetto ai suoi avversari repubblicani sui principali indicatori di popolarità, mentre l’indice di approvazione sul lavoro del presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha toccato un nuovo minimo, secondo un nuovo sondaggio. ll sondaggio ha mostrato che l’ex presidente Trump è in testa con un enorme vantaggio rispetto agli altri candidati repubblicani – Nikki Haley, Vivek Ramaswamy e Asa Hutchinson. Almeno il 68% dei repubblicani e degli indipendenti di orientamento repubblicano afferma che Trump è il candidato con le “migliori possibilità” di essere eletto a novembre. Solo il 12% sta con Haley, una prospettiva che diventa più concreta a seguito della sua vittoria nel caucus dell’Iowa il 15 gennaio e dal ritiro di Ron DeSantis dalla corsa repubblicana il 21 gennaio rimane solo l’ex ambasciatore degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, Nikki Haley, a combattere Trump (Inoltre Trump sembra destinato a conquistare il New Hampshire alle primarie presidenziali del 23 gennaio.) Trump ha anche il vantaggio rispetto agli altri candidati per essere considerato il “leader più forte” e di essere il “più qualificato” per ricoprire la carica di presidente.
L’ uscita degli USA dal teatro afgano ha immediatamente innescato il riposizionamento politico economico degli americani sullo scenario internazionale.
La volontà di Biden di condividere con gli alleati europei ogni tipo di scelta geopolitica futura non si è dimostrata veritiera, la vicenda dei sommergibili nucleari venduti all’ Australia e la cosiddetta intesa "Aukus" impongono tempi strettissimi di reazione per contrastare il controllo cinese del Pacifico.
1. La Nato, North Atlantic Treaty Organization, nasce il 4 aprile 1949 con il trattato di Washington. I membri fondatori sono 12. Oltre a Stati Uniti e Canada ci sono 10 Stati europei: Belgio, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito. L'articolo 5 del trattato prevede che un attacco ai danni di uno degli Stati membri va considerato come un attacco contro l'intera Alleanza.
Le dimissioni del primo ministro libanese Saad Hariri due settimane fa sono un indicatore della potenziale escalation locale con Hezbollah e l'escalation regionale con l'Iran. L'attesa di un'escalation imminente con Hezbollah esiste da mesi, poiché la fine della crisi in Siria avrebbe probabilmente spostato l'attenzione regionale sul gruppo sostenuto dall'Iran.
Oltre un decennio fa abbiamo assistito a un'escalation simile con l'assassinio del primo ministro libanese e padre di Saad, Rafiq Hariri nel 2005 e l'eventuale guerra contro Hezbollah nel 2006. All'epoca l'Iran era molto più debole e meno influente, e gli Stati Uniti avevano più politici capitale e ha avuto più risorse nella regione.
Dopo le denunce verbali senza riscontri, dopo le dichiarazioni dei militari americani che dicono al mondo di aver visto dal satellite che l’aviazione siriana di Assad bombardava con il gas sarin la popolazione civile anche questa volta senza riscontri e senza aver portato i tracciati da cui inequivocabilmente sarebbe stato possibile capire se l’attacco chimico era stato programmato da Assad, ecco l’ennesimo colpo di scena.
Dall’attendismo di Obama siamo passati all’interventismo di Trump, il gioco come al solito è truccato ed il nuovo Presidente Usa governa gli Stati Uniti sempre più a corrente alternata.
Sulla vicenda di Idlib ha dichiarato e messo in pratica la sua flessibilità peccato che lo abbia fatto senza alcun riscontro oggettivo, senza alcuna prova che il responsabile della strage sia stato Assad e senza neppure cercare di capire perché è successo e quali agenti chimici siano stati usati.
Il quotidiano francese Liberation ha pubblicato sul proprio sito web che la NSA National Security Agency degli Stati Uniti avrebbe spiato dall’anno 2006 i presidenti francesi Jaques Chirac, Nicolas Sarkozy e françois Hollande, il presidente Hollande fino ad oggi, così come i ministri francesi e l’ambasciatore francese negli stati Uniti. Fonte Wikileaks.
Queste ultime rivelazioni, riguardanti lo spionaggio tra paesi occidentali alleati, arrivano dopo che è emerso che la NSA aveva spiato la Germania, e l’agenzia di intelligence BND tedesca avrebbe cooperato con la NSA per spiare funzionari di importanti imprese europee.
I documenti pubblicati da Wikileaks includono sintesi delle conversazioni tra funzionari del governo francese riguardanti la crisi finanziaria globale e il futuro dell’Unione Europea, il rapporto tra l’amministrazione Hollande e il governo Merkel, gli sforzi francesi per determinare la composizione del personale dirigente delle Nazioni Unite.
Obama cambia rotta e nei prossimi mesi intensificherà in Siria, Yemen ed Iraq l’utilizzo di droni.
La necessità di trasformare i droni da occhi invisibili a veicoli di attacco diretto si esplicita con la difficoltà di esercitare una seria azione di contrasto e di intelligence al terrorismo islamico limitando al minimo l’invio di uomini sul terreno.
Fino ad ora gli Stati Uniti hanno utilizzato il veicolo “Predator RQ1” equipaggiato con telecamere ad alta definizione e particolari sensori per la raccolta di dati ed immagini armando il mezzo solo in casi estremi con missili via terra AGM (Air To Ground) antiradar.