Il cessate il fuoco non è stato rispettato. Dopo alcune ore di silenzio, le bocche da fuoco hanno ripreso a far sentire la propria voce. La città di Debaltseve, crocevia strategico sulla linea di fronte, è stata teatro di violenti scontri fino alla giornata di oggi, quando le forze governative hanno cominciato a ritirarsi dietro ordine del presidente Poroshenko.
Il ritiro delle armi pesanti dal fronte, a oggi, non è stato portato a termine. Sempre nella giornata odierna, i separatisti hanno fatto sapere di aver avviato le operazioni di ritiro previste dall’accordo; tuttavia, tale annuncio è stato accolto con sostanziale diffidenza dalle parti di Kiev giacché nei giorni scorsi entrambi gli schieramenti sembravano intenzionati a non procedere fino a un totale rispetto del cessate il fuoco da parte della fazione opposta.
Gli ispettori dell’OSCE non hanno avuto modo di svolgere l’azione di monitoraggio cui sono preposti. Nonostante le parole spese dal chairman dell’Organizzazione Ivica Dacic, il quale si auspicava la collaborazione di entrambe le parti, stando alle notizie che giungono dall’Ucraina, le forze separatiste avrebbero impedito agli ispettori di entrare proprio nella città di Debaltseve.
La giornata di oggi, per certi versi, lancia segnali incoraggianti, ma le prossime ore saranno cruciali. Per dare una chance agli accordi di Minsk, sarà di vitale importanza che i separatisti si assestino sulla “linea” Donetsk-Seleznyev senza oltrepassarla e che le forze governative non tentino una nuova avanzata per riprendere controllo delle posizioni perse. Allo stesso tempo, agli ispettori dovrà essere permesso di fare il proprio lavoro.
[1] Secondo quanto stabilito dall’accordo, i pezzi d’artiglieria con calibro maggiore o uguale a 100 mm devono essere arretrati di 50 km, i sistemi lanciarazzi di 70 km, i sistemi lanciamissili e razzi pesanti di 140 km.
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