In occasione dell'ultimo Consiglio Europeo, tenutosi sul finire di dicembre, non è stata presa nessuna decisione definitiva e ogni dibattito è stato rimandato al meeting che si terrà il 20 gennaio a Bruxelles quando Catherine Ashton, Alto Rappresentante per la politica estera dell'Unione, porterà i 28 Memberi a discutere della situazione nella Repubblica e a valutare la possibilità e le modalità attraverso le quali l'Unione potrebbe rafforzare il proprio impegno nella stabilizzazione del Paese.
In base alle informazioni attualmente disponibili, un potenziale intervento militare potrebbe consistere nell'invio di almeno un battaglione (formato all'incirca da 500-1000 soldati) con l'incarico di far base in una delle città nell'ovest del Paese con compiti di pattugliamento al fine di creare un'area sicura; o con l'incarico di mettere in sicurezza l'aeroporto di Bangui in stretta cooperazione con le forze francesi e con quelle dell'Unione Africana.
In ogni caso, al momento è difficile predire con esattezza quale sarà il mandato della missione, se di una missione si potrà parlare. Il nocciolo del problema è legato alla difficoltà che l'Unione ha spesso palesato nel prendere decisioni rilevanti sotto il profilo politico-militare, specialmente quando le vite di soldati europei potrebbero essere seriamente a rischio. Infatti, l'Unione ha già dato prova di non riuscire a coltivare un volere politico comune in materia di difesa e sicurezza, e in passato ha già dato lanciato missioni rivelatesi tardive e inefficaci.
Considerando che nel corso degli ultimi 50 anni l'Unione Europea ha sempre ambito a ricoprire il ruolo di security provider, un intervento deludente al pari di quello condotto nei Balcani negli anni '90 non può essere un'opzione.
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