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13-01-2014

CRISI NELLA REPUBBLICA CENTRAFRICANA: L'UE DEVE ORA PRENDERE UNA DECISIONE

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La Repubblica Centrafricana continua a precipitare nel caos, 1000 persone hanno perso la vita, circa un milione si trova senza casa, le forze francesi e quelle dell'Unione Africana cercano di riportare l'ordine nel Paese ma con scarsi risultati. Per questo motivo la Francia ha chiamato l'Europa a un diretto intervento militare ma, al momento, ad appoggiare l'operazione Sangaris sono interventuti solo pochi paesi (Belgio, Estonia e Polonia) fornendo supporto tattico, tuttavia non sufficiente.

In occasione dell'ultimo Consiglio Europeo, tenutosi sul finire di dicembre, non è stata presa nessuna decisione definitiva e ogni dibattito è stato rimandato al meeting che si terrà il 20 gennaio a Bruxelles quando Catherine Ashton, Alto Rappresentante per la politica estera dell'Unione, porterà i 28 Memberi a discutere della situazione nella Repubblica e a valutare la possibilità e le modalità attraverso le quali l'Unione potrebbe rafforzare il proprio impegno nella stabilizzazione del Paese.

In base alle informazioni attualmente disponibili, un potenziale intervento militare potrebbe consistere nell'invio di almeno un battaglione (formato all'incirca da 500-1000 soldati) con l'incarico di far base in una delle città nell'ovest del Paese con compiti di pattugliamento al fine di creare un'area sicura; o con l'incarico di mettere in sicurezza l'aeroporto di Bangui in stretta cooperazione con le forze francesi e con quelle dell'Unione Africana.

In ogni caso, al momento è difficile predire con esattezza quale sarà il mandato della missione, se di una missione si potrà parlare. Il nocciolo del problema è legato alla difficoltà che l'Unione ha spesso palesato nel prendere decisioni rilevanti sotto il profilo politico-militare, specialmente quando le vite di soldati europei potrebbero essere seriamente a rischio. Infatti, l'Unione ha già dato prova di non riuscire a coltivare un volere politico comune in materia di difesa e sicurezza, e in passato ha già dato lanciato missioni rivelatesi tardive e inefficaci. 

Considerando che nel corso degli ultimi 50 anni l'Unione Europea ha sempre ambito a ricoprire il ruolo di security provider, un intervento deludente al pari di quello condotto nei Balcani negli anni '90 non può essere un'opzione.  

© Riproduzione Riservata

Alessandro Mazzilli

Laurea in Scienze Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino.

Esperto in Politica Estera di Difesa e Sicurezza e sulle relazioni Euro – Atlantiche.

Analista Geopolitico

Consulente in Servizi di Stuarding e controlli di sicurezza.

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