La notizia è stata diffusa nella giornata di sabato 14 dicembre dal quotidiano tedesco Bild: facendo riferimento a immagini satellitari di cui, tuttavia, si ignorano data e provenienza, la testata ha affermato che l’operazione di dispiegamento è stata portata avanti negli ultimi 12 mesi e, facendo riferimento a fonti non specificate, ha affermato che l’operazione rappresenta la risposta di Mosca allo sviluppo dello scudo antimissilistico europeo voluto dalla NATO con il supporto politico e tecnico degli Stati Uniti. La notizia ha trovato successiva convalida tramite l’agenzia di stampa non-governativa russa Interfax: sul suo sito ufficiale, l’agenzia conferma la presenza degli Iskander aggiungendovi la dichiarazione del portavoce del Ministero della Difesa russo Igor Konashenkov secondo il quale l’operazione non ha, di fatto, violato alcun accordo internazionale.
In ogni caso, sebbene gli SS-26 (armabili di testate convenzionali o nucleari) possano effettivamente colpire il cuore dell’Europa occidentale avendo una gittata di circa 500 km, la carta giocata da Mosca dev’essere letta più come una pura dimostrazione di forza piuttosto che come un’effettiva minaccia militare. I vertici del Cremlino hanno percepito l’iniziativa della NATO come un rischio per la propria sicurezza sin dalle sue prime origini, eppure il progetto è stato portato avanti senza troppo riguardo alle proteste russe. In tal senso, la presenza degli Iskander è votata a riaffermare il ruolo di Mosca quale potenza regionale, una sorta di “monito” attraverso il quale la Russia vuole veder riconosciuta la propria importanza e autorità.
© Riproduzione Riservata