•Il passaggio, attraverso l’Ucraina, di personale militare russo presente in Transnistria (regione della Moldavia dichiaratasi indipendente all’alba degli anni ‘90 e che, il 18 marzo 2014, ha chiesto l’adesione alla Russia).
•L’organizzazione di trasporti militari.
•La protezione reciproca d’informazioni riservate.
•La cooperazione tra le rispettive forze militari e d’intelligence.
•La cooperazione nel settore della difesa.
Il 21 maggio, 265 su 450 deputati hanno votato a favore della legge che ha fatto di questi accordi carta straccia. Ennesima prova di una frattura ormai insaldabile.
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