Il governo non ha, in effetti, una valida alternativa a questa ipotesi, proviamo ad immaginare che tipo di paralisi economica potrebbe esserci all'indomani della vittoria del no. Tutto sarebbe nell'immediato irrimediabilmente irrisolvibile con una ulteriore drammatica crisi sociale ed economica per il paese che non autosufficienza né energetica, né alimentare e neppure manifatturiera.
In questo scenario si inserirebbe, poi, il crollo del turismo sulle isole a causa della difficoltà di gestire rapidamente il cambiamento delle transazioni finanziarie.
La maggioranza del popolo greco per questi motivi voterà si al referendum di domenica decidendo nonostante tutto di rimanere in Europa.
Tsipras ha dimostrato di essere un premier valido e coraggioso ma per fare cambiamenti epocali occorre aver preparato il giusto terreno e questo non è ancora avvenuto.
La richiesta di far esprimere direttamente il popolo greco non è infine altro che un atteggiamento tattico per riprendere la trattativa europea con maggiore forza, mentre USA e UK continuano a non gradire l'influenza russa nella crisi greca.
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