Il Governo italiano dovrà fare chiarezza sul perché si avvalesse di un privato per l'ausilio di certi software, oltretutto che tipo di garanzie venivano offerte dal produttore e se ambo le parti conoscessero la possibilità di accesso ai dati trattati mediante lo stesso da parte di terzi. Le risposte saranno diverse... sicuramente ci saranno ragioni economiche dietro la scelta, simili a quelle che giustificano l'impiego di apparecchiature a noleggio per le intercettazioni di alcune procure. Il Garante della Privacy che provvedimenti ha preso a seguito di questa vicenda? Chi pagherà la bruciatura delle inchieste in corso?
Danni collaterali importanti dunque, non solo per gli italiani ma anche per tutti i cittadini dei paesi che hanno "adoperato" i software di questa società denominata "Hacking Team" e che a seguito dell'attacco su Twitter è stata ribattezzata "Hacked Team". Al dilà del gioco di un hacker, la società aveva rapporti con 36 paesi tra cui la Russia e il Sudan. Attraverso il sito Wikileaks è possibile spulciare tra le mail pubblicate. In rete cercando bene si può trovare molto materiale. Infine riportiamo il contenuto di un messaggio scritto dal CEO ai suoi dipendenti pubblicato in un articolo di Repubblica:"Immaginate questo: una fuga di notizie a Wikileaks che mostra e spiega la nostra tecnologia a tutto il mondo. Sarete demonizzati dai nostri amici più cari, dagli attivisti di tutto il mondo e la gente normale punterà il dito contro di voi".
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