La strategia più efficace da parte dei russi per affrontare questo escalation americano è di concentrarsi su sforzi diplomatici tentando di mettere l’arsenale chimico siriano nelle mani della comunità internazionale.
L’obiettivo principale di questa strategia è quello di privare gli Stati Uniti di qualsiasi ragione legittima per un intervento militare.
Il momento in cui la Russia ha coinvolto il G20 nella discussione della crisi siriana è servito a rompere la natura bipolare (America – Russia) nel dibattito attorno alla crisi stessa.
Questa non è la prima volta che il regime siriano si trova sotto la minaccia internazionale. Effettivamente il regime era in crisi anche nel 2005 dopo l’assassinio di Hariri. La proposta russa in realtà può essere l’equivalente del ritiro delle truppe siriane dal Libano adottato a quei tempi dalla Siria e che si rivelò un’azione capace di contenere la rabbia della comunità internazionale privandola di qualsiasi motivo per poter lanciare una guerra contro il regime siriano.
Tuttavia probabilmente anche oggi ci sarebbero presto ulteriori condizioni americane imposte ai siriani. Un accordo sulle armi chimiche potrebbe essere la porta di una soluzione politica più ampia, anche se sarebbe soltanto l’inizio di un percorso, quando sembra che l’America aumenterà le sue richieste politiche e naturalmente che anche la Russia in parallelo adotterà un tono diplomatico sempre più intransigente.
Gli Stati Uniti cercano indubbiamente di accogliere l’opportunità di “Ginevra due” per raggiungere nuovi elementi con la proposta della soluzione politica. Nel frattempo gli Stati Uniti manterranno l’opzione dell’attacco militare sempre presente fino a quando ciò garantisce tutte le loro richieste incluse in questa proposta.
Inoltre gli Stati Uniti proveranno di collegare questo accordo ad obiettivi regionali più ampi relativi al destino degli Hezbollah e di alcuni gruppi della resistenza palestinese.
Dunque se l’amministrazione americana è davvero entusiasta di collegare la situazione politica in Siria a quella regionale prendendo Damasco come la porta principale da cui passa questa soluzione regionale (pace con Israele) questo creerebbe alcuni rischi politici piuttosto gravi per il gruppo regionale antisiriano. La Turchia e l’Arabia Saudita potrebbero affrontare uno sconvolgimento politico simile a quello che è accaduto con i Fratelli Mussulmani in Egitto o con la dovuta transizione politica in Qatar.
Il segretario americano John Kerry ed il suo team potrebbero pagare un alto prezzo per la loro posizione favorevole alla guerra e per questo la sfida davanti a Kerry è abbastanza difficile avendo l’obiettivo di rimanere sempre un protagonista attivo nel campo della soluzione politica.
Dr. Amer Al Sabaileh
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