La missione necessita chiaramente di un’accurata pianificazione e ciò può richiedere tempo, ma il cuore del problema è rappresentato dal fatto che la missione è ora a rischio a causa della concomitante crisi in Ucraina. I leader europei sono ragionevolmente preoccupati per le pressioni russe sull’est europeo ma sembra quasi che abbiano dimenticato il perdurare della crisi nella RCA.
Pur essendo quest’ultima un’affermazione provocativa, le preoccupazioni che vi son dietro sono reali. Nonostante il supporto finanziario europeo, ammontante a oltre 165 milioni di euro[2], i peacekeepers dell’Unione Africana e i militari francesi giunti nella Repubblica sul finire del 2013 hanno, di fatto, bisogno della missione UE giacché, come ha dichiarato il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon in occasione del meeting d’alto livello con i rappresentanti dell’Unione Europea e dell’Unione Africana, «la situazione resta altamente esplosiva»[3].
L’UE, se vuole essere all’altezza di quel ruolo di security provider che ha cercato di ritagliarsi nel corso degli ultimi vent’anni, deve trovare il modo di affrontare contemporaneamente sia la crisi ucraina sia quella Centrafricana, tenendo a mente che la vita di oltre 2 milioni di persone è a rischio è che non v’è spazio per ulteriori ritardi.