Cruciale sarà l’evolversi dei rapporti tra al-Qaeda e Daesh. Se la rete che fu gestita da Bin Laden non può essere considerata come un alleato di al-Baghdadi, alcuni elementi potrebbero non seguire la stessa linea. In Tunisia, ad esempio, il gruppo conosciuto come Okba Ibn Nafaa Brigade, pur essendo vicino all’AQIM (al-Qaeda in the Islamic Maghreb), ha manifestato il proprio appoggio a Daesh. Dalle relazioni tra i Daesh e al-Qaeda dipenderà fortemente l’evolversi della crisi.
Data la situazione, la comunità internazionale dovrebbe agire preventivamente rafforzando i rapporti con le controparti algerine e tunisine. Se in Libia una missione di peacekeeping è da considerarsi del tutto inadeguata, una forma di peacekeeping ibrido potrebbe invece adattarsi al caso tunisino. Una forza internazionale d’interposizione schierata lungo il confine agevolerebbe il mantenimento della stabilità nell’area. Resterebbe, tuttavia, da individuare mandato e regole d’ingaggio che permettano a suddetta forza di non invischiarsi eccessivamente in operazioni di counterinsurgency di competenza tunisina contro i gruppi locali.
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