Questo sito raccoglie dati statistici anonimi sulla navigazione, mediante cookie installati da terze parti autorizzate, rispettando la privacy dei tuoi dati personali e secondo le norme previste dalla legge. Continuando a navigare su questo sito, cliccando sui link al suo interno o semplicemente scrollando la pagina verso il basso, accetti il servizio e gli stessi cookie.

A+ A A-
05-05-2013

LIBIA QUALE FUTURO?

Rate this item
(3 votes)

Possiamo considerare l’attacco dei giorni scorsi contro l’Ambasciata francese a Tripoli come il primo attacco terroristico contro gli interessi stranieri in Libia.

L’attacco segna l’escalation della guerra intestina che si combatte tra il governo e le milizie jiadiste per determinare l’orientamento futuro, e la qualità delle istituzioni.

Tale radicalizzazione del conflitto e l’attacco all’ambasciata Francese, devono servire da campanello d’allarme al fine di evitare di vanificare i risultati raggiunti grazie all’intervento NATO.

I paesi occidentali che hanno contribuito a rovesciare Gheddafi devono aumentare gli sforzi per la creazione di forze armate e forze di polizia professionali nonché favorire l’adozione da parte del governo di una carta costituzionale.

Senza un maggior sostegno all’attuale governo libico, l’attacco all’ambasciata francese potrebbe suonare come l’inizio di una tendenza all’instabilità di tutto il nord Africa vedi Mali, Algeria e Tunisia.

L’attacco all’ambasciata francese deve essere interpretato non come una vendetta per l’intervento francese in Mali ma più verosimilmente come il frutto di una lotta, poco compresa dall’occidente, tra le forze governative e le milizie jiadiste che preferiscono il caos all’ordine costituito nell’intento di aggrapparsi ai loro feudi fatti di contrabbando e traffico d’armi, semplicemente essi non vogliono assistere a un processo democratico che prenda le redini del paese e sono disposti a usare la violenza per impedirlo.

I principali poteri occidentali in Libia sono costituiti da Italia, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti e sono tutti sostenuti dal primo ministro libico Ali Zidan.

Il mantenimento della sicurezza durante il delicato processo di democratizzazione è fondamentale.

Una Libia instabile e incapace di scrivere la propria carta costituzionale costituirebbe un disastro per il mondo arabo che vede nella Libia il modello democratico a cui anelare.

Lo stato libico deve essere un cardine fondamentale della stabilità del nord Africa e un forte impegno dei partner internazionali è quindi più che mai necessario.

© Riproduzione Riservata

Mario Neri

Laureato in giurisprudenza ed in scienze giuridiche. Master di II livello in scienze criminologiche.

Esperto di diritto internazionale e di programmi relativi al mantenimento della pace nelle aree di crisi.

Ufficiale in congedo dell’Esercito “ Folgore “. Analista nelle politiche di intelligence.

Geoeconomia

Eversione e Terrorismo

Geopolitica

Risorse Energetiche

Cyber Warfare

Copyright CEOS 2012 - 2015. All rights reserved.