I paesi occidentali che hanno contribuito a rovesciare Gheddafi devono aumentare gli sforzi per la creazione di forze armate e forze di polizia professionali nonché favorire l’adozione da parte del governo di una carta costituzionale.
Senza un maggior sostegno all’attuale governo libico, l’attacco all’ambasciata francese potrebbe suonare come l’inizio di una tendenza all’instabilità di tutto il nord Africa vedi Mali, Algeria e Tunisia.
L’attacco all’ambasciata francese deve essere interpretato non come una vendetta per l’intervento francese in Mali ma più verosimilmente come il frutto di una lotta, poco compresa dall’occidente, tra le forze governative e le milizie jiadiste che preferiscono il caos all’ordine costituito nell’intento di aggrapparsi ai loro feudi fatti di contrabbando e traffico d’armi, semplicemente essi non vogliono assistere a un processo democratico che prenda le redini del paese e sono disposti a usare la violenza per impedirlo.
I principali poteri occidentali in Libia sono costituiti da Italia, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti e sono tutti sostenuti dal primo ministro libico Ali Zidan.
Il mantenimento della sicurezza durante il delicato processo di democratizzazione è fondamentale.
Una Libia instabile e incapace di scrivere la propria carta costituzionale costituirebbe un disastro per il mondo arabo che vede nella Libia il modello democratico a cui anelare.
Lo stato libico deve essere un cardine fondamentale della stabilità del nord Africa e un forte impegno dei partner internazionali è quindi più che mai necessario.
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