Il primo attacco è avvenuto il 28 novembre nella città di Kano (capitale dell’omonimo Stato): gli attentatori hanno preso di mira la Moschea Centrale della città durante la funzione religiosa servendosi di esplosivi e di armi da fuoco, una sorta di “azione incrociata” che ha causato oltre 100 vittime. Gli altri due attentati sono avvenuti nella giornata di lunedì 1 dicembre. La città di Damaturu (capitale dello Stato di Yobe) è stata presa d’assalto da uomini armati che hanno attaccato edifici scolastici e una stazione della polizia: il bilancio si aggira attorno alle 150 vittime (tra miliziani e non) e tra queste si contano 38 poliziotti e 6 militari. Nella città di Maiduguri (capitale dello Stato di Borno), invece, due donne si sono fatte esplodere in un mercato causando oltre 10 vittime.
L’apparente intensificarsi degli attacchi desta grande preoccupazione, specialmente in vista delle elezioni che si terranno nel 2015. Che Boko Haram possa intraprendere un’azione simile a quella che lo Stato Islamico sta portando avanti in Siria e Iraq? C’è chi ritiene che il gruppo jihadista, o almeno una parte di esso, sia interessato ad una espansione territoriale[1]. In tale ottica, Boko Haram potrebbe trarre vantaggio dal controllo territoriale di cui gode nel nord-est e dalla non perfetta preparazione dell’esercito nigeriano[2] (e delle forze di sicurezza in generale).
KENYA / SOMALIA – AL SHABAAB
Anche il gruppo filo-qaedista di al-Shabaab non arresta la sua “guerra santa”. Nella giornata di ieri (martedì 2 dicembre) 36 lavoratori di fede non islamica, impegnati in una cava nel nord del Kenya, sono stati uccisi dai suoi miliziani, i quali poi hanno quasi certamente rivarcato il confine distante meno di 20 chilometri. L’attacco si costituisce quale nuova ritorsione per il coinvolgimento keniota nella “caccia” ai ribelli somali, coinvolgimento cominciato con l’invio di reparti militari nel 2011.
Inoltre, nella giornata di oggi (3 dicembre), un attacco kamikaze a un convoglio delle Nazioni Unite ha causato la morte di almeno 4 persone (3 delle quali erano membri della scorta). Il convoglio aveva da poco lasciato l’aeroporto di Mogadiscio ed era diretto verso una base ONU nella capitale quando è avvenuto l’attacco. Dopo alcune ore è arrivata la rivendicazione di al-Shabaab tramite il suo portavoce: «i nostri mujaheddin in Mogadiscio hanno attaccato un convoglio di mercenari stranieri e dei loro apostatici alleati nei pressi dell’aeroporto»[3].
[1] http://www.cfr.org/nigeria/boko-haram/p25739.
[2] Secondo il portale Global FirePower, la Nigeria occupa il 47° posto in una classifica globale sulla potenza militare (http://www.globalfirepower.com/countries-listing.asp).
[3] http://www.aljazeera.com/news/africa/2014/12/explosion-reported-somali-capital-201412373956696597.html.
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