L'Unione Africana ha approvato da poco il piano per il dispiegamento di una forza di peacekeeping più robusta e organizzata rispetto a quella già dispiegata dalla missione UNMISS sul territorio del Sud Sudan.
Il futuro della Libia resta fortemente legato a quello del Generale Haftar, comandante dell'autoproclamato Esercito Nazionale Libico. Haftar si è mostrato contrario alla proposta di costituire un consiglio militare comprendente diversi ufficiali provenienti da tutta la Libia, da mettere a capo delle forze armate libiche.
Il recente attacco alle porte di Sirte in Libia conclusosi per ora con una parziale vittoria di Al Sarraj ha visto nella realtà scendere in campo a fianco dei soldati libici, numerosi commandos di truppe speciali europee.
Persistono scontri violenti per il controllo del territorio in larghe parti del Paese. Si combatte principalmente nelle città di Sirte e Bengasi. Proprio nella città di Sirte si concentrano i maggiori scontri nell'ambito dell'operazione "al Bunian al Marsus" tra le milizie fedeli al governo di Tripoli e i combattenti legati a Daesh.
Al Serraj nuovo Premier di unità nazionale libica ha capito subito che per gestire pienamente la transizione verso politiche condivise tra tutte le fazioni presenti deve entrare immediatamente in possesso del patrimonio di Gheddafi congelato in asset esteri dalle sanzioni Onu del 2011, sbloccando, inoltre, le leve finanziarie legate allo sfruttamento del petrolio e del gas.
La Libia è in piena guerra civile oltre che senza una Costituzione. La Costituzione dovrà essere redatta da un comitato scelto tra tre regioni e dovrà tenere conto dei vari interessi federalisti rivali oltre che delle richieste provenienti dalle varie tribù in lotta fra loro.
Secondo indiscrezioni interne la nostra intelligence sta preparando varie opzioni di intervento che devono obbligatoriamente considerare i maggiori fattori di rischio per una missione in Libia con truppe di terra.
Attualmente in Libia sono presenti dai 4200 ai 4600 uomini dello stato islamico, quasi tutti di nazionalità tunisina quindi profondi conoscitori del territorio e delle odierne dinamiche sociali libiche.
La Libia è in piena guerra civile oltre che senza una Costituzione. La Costituzione dovrà essere redatta da un comitato scelto tra tre regioni e dovrà tenere conto dei vari interessi federalisti rivali oltre che delle richieste provenienti dalle varie tribù in lotta fra loro.
I federalisti libici si rifanno a vecchie divisioni sorte anteriormente alla data di quando Gheddafi è salito al potere nel 1969.
Le dichiarazioni di indipendenza della Cirenaica e della regione del Fezzan meridionale rischiano di aggravare il caos libico, con un governo debole paralizzato dall’inerzia e milizie armate con poco sostegno popolare, Tripoli è tenuta in ostaggio.
La battaglia della notte nella capitale del Burkina Faso conferma le preoccupazioni delle scorse settimane.
Il terrorismo di matrice islamica oltre a globalizzare propaganda e azioni a basso impatto è riuscito a creare un vero e proprio net per il cosiddetto terrorismo molecolare che, anche se solo ispirato, riesce autonomamente ad organizzare attentati ovunque.