Laurea in Scienze Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino.
Esperto in Politica Estera di Difesa e Sicurezza e sulle relazioni Euro – Atlantiche.
Analista Geopolitico
Consulente in Servizi di Stuarding e controlli di sicurezza.
Giorni di fuoco in Siria e Iraq: integrando le varie notizie circa le operazioni aeree guidate dagli Stati Uniti contro lo Stato Islamico, 64 attacchi sono stati portati a termine dalla coalizione tra mercoledì 24 e domenica 28 dicembre.
Tra il 24 e il 25 dicembre, stando a quanto dichiarato dalla Combined Joint Task Force, le forze dell’ISIS hanno subito 39 attacchi: di questi, 19 sono stati condotti in territorio siriano (17 presso la città di Kobane e 2 presso Hasakah e Raqqa), mentre 20 sono stati condotti in territorio iracheno (colpendo nei pressi di Al Asad, Sinjar, Mosul, Al Qaim, Baiji, Kirkuk, Falluja e Tal Afar).
Boko Haram continua la sua “guerra santa” in Nigeria: tre nuovi attentati hanno fatto vittime nel nord-est del Paese. Pur in mancanza di una rivendicazione ufficiale, il dito è senza indugio puntato verso il gruppo jihadista nigeriano.
Sale la tensione tra l'Armenia e l'Azerbaijan dopo che l'esercito azero ha abbattuto, verso le 13.35 di mercoledì 12 novembre[1], un elicottero militare armeno (un MI-14 da combattimento) nel distretto di Agdam (nel Karabakh).
Nuovi sviluppi nella disputa tra Mosca e Kiev circa gli approvvigionamenti di gas naturale: la compagnia russa Gazprom riapre il flusso verso Ucraina ed Europa in virtù di un accordo trilaterale firmato dalle parti (Ucraina, Russia e Unione Europea) giovedì 31 ottobre.