Laurea in Scienze Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino.
Esperto in Politica Estera di Difesa e Sicurezza e sulle relazioni Euro – Atlantiche.
Analista Geopolitico
Consulente in Servizi di Stuarding e controlli di sicurezza.
Rifugio sicuro nel nord-est del Paese – Quello del “rifugio sicuro” (safe havens o sanctuaries) è un elemento che accomuna diversi casi di counterinsurgency/counterterrorism. Il Pakistan settentrionale per i Talebani, la c.d. zona de despeje nella Colombia centro-meridionale per le FARC, e le zone montagnose al confine con l’Honduras per i guerriglieri salvadoregni, sono alcuni esempi. In Nigeria, Boko Haram è riuscito a consolidare la propria presenza territoriale nel nord-est del Paese e ha fatto dello Stato di Borno il proprio “santuario”. Da lì, il gruppo jihadista è riuscito a infiltrarsi progressivamente verso ovest: lo stato di Yobe e parte consistente dello stato di Adamawa sono sotto diretto controllo dei miliziani mentre gli stati federali limitrofi continuano a essere colpiti da violenti raid.
Boko Haram continua la sua campagna di devastazione, obiettivo: la creazione di uno stato islamico. Come è già stato messo in luce, la costruzione di uno stato islamico in Nigeria, sul modello di quello creato da Al-Baghdadi in Iraq e Siria, è da tempo oggetto di dibattito all’interno della intelligence community. Anche in questo caso esso sarebbe da considerarsi quale ultimo stadio evolutivo di un gruppo terroristico. Gli attacchi avvenuti gli ultimi mesi, compresi quelli di Baga del 3 e 7 gennaio 2015, sembrano corroborare questa ipotesi.
L’attacco al giornale satirico francese Charlie Hebdo è la dimostrazione di quanto l’Europa, e non solo la Francia, possa essere vulnerabile. Lo sgomento causato da tal episodio si accompagna alla presa di coscienza del fatto che il Vecchio Continente non è quella fortezza impenetrabile che molti si aspettavano o speravano che fosse.