L'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022 ha spinto Svezia e Finlandia, due paesi storicamente non allineati militarmente, a chiedere l'adesione alla NATO nel maggio 2022. Ventotto, dei 30 Stati membri dell'alleanza hanno già ratificato le domande di adesione alla NATO presentate da Svezia e Finlandia. Le adesioni alla Nato, richiedono l'approvazione di tutti i 30 stati membri dell'Alleanza.
Kastellorizo (l’isola greca dove è stato girato il film Mediterraneo)è al centro di una disputa tra la Grecia, a cui appartiene l'isola, e la Turchia. La Grecia, afferma che Kastellorizo (118 kilometri da Rodi e soli 2 km e mezzo dalle coste turche) gode di una zona economica esclusiva (ZEE), di 200 miglia nautiche, in linea con la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. La Turchia afferma che Kastellorizo è troppo piccola e lontana dalla Grecia continentale per avere diritto a una ZEE.
Ci sono molte ragioni, spiegazioni e scuse, fornite per l’attualestato disastroso dell'economia britannica dalle politiche sbagliate dell'allora primo ministro Liz Truss, alla guerra in Ucraina e ai suoi vari effetti a catena, per citarne due significativi. Ma c'è un'altra spiegazione, che risale ad anni fa e non ha assolutamente nulla a che fare con la guerra, è quella che ha provocato l’Inflazione a spirale, raccolti lasciati nei campi e caos nei viaggi:
Si chiama "Brexit".
Come ha detto Michael Saunders, fino a poco tempo fa membro del Comitato per la politica monetaria della Banca d'Inghilterra, il divorzio della Gran Bretagna dall'Unione europea, risultato di un referendum del 2016, ha “danneggiato in modo permanente” l'economia del paese. È per questo che, il nuovo primo ministro britannico Rishi Sunak è stato costretto ad aumentare le tasse e ad effettuare dolorosi tagli ai servizi pubblici in un momento di rallentamento della crescita economica. "Se non avessimo avuto la Brexit, probabilmente non parleremmo di un budget di austerità ha detto Saunders a Bloomberg TV. "
Il presidente Vladimir Putin, 70 anni, è al potere come presidente o primo ministro dal 1999. Sebbene i presidenti russi siano costituzionalmente limitati a due mandati di sei anni ciascuno, in base agli emendamenti costituzionali del 2020 che ripristinano il numero di mandati, si è creata la possibilità per un quinto e addirittura un sesto mandato alle lezioni che si terranno il 17 marzo del 2024 il che significa che Putin, pur non avendo ancora deciso riguardo la propria candidatura del 2024, potrebbe restare presidente in teoria, fino al 2036.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha avvertito che la Russia potrebbe pianificare un'altra grande offensiva di terra all'inizio del prossimo anno, usando la Bielorussia come trampolino di lancio per l'attacco.
La Bielorussia condivide i propri confini sia con la Russia che con l'Ucraina, (oltre che con i paesi baltici) e Alexander Lukashenko è uno stretto alleato del presidente Putin. Sebbene la Bielorussia non sia stata coinvolta direttamente nella guerra, ha consentito già alle truppe russe di utilizzare il suo territorio per scatenare l'invasione del 20 febbraio scorso così come potrebbe consentire, probabilmente nella prossima primavera, un nuovo attacco da sud ai danni dell’Ucraina.
Ci siamo. La ciliegina sulla torta che mancava, il sesto governo Netanyahu. Un governo di destra o di estrema destra? Forse è più azzeccata la seconda ipotesi, conseguenze possibili: una nuova intifada? Probabile. Abu Mazen sarà sostituito considerata anche l’età? possibile. Si getta benzina sul fuoco? Sicuro.
Riassumiamo: in Europa si combatte una guerra da circa 300 giorni e si prende in considerazione l’uso di armi “nucleari tattiche”. Contemporaneamente la Corea del sud ci dice: non vi dimenticate che ci sono anch’io e lancia i suoi missili sul mar del Giappone e droni sopra Seul. Questione di Taiwan: viene rafforzato il servizio militare a un anno, mentre sempre nel cieloTaiwanese volano costantemente e provocatoriamente jet cinesi. Iran è in atto una rivolta, ancora non rivoluzione, contro gli Ayatollah, al fine di far cessare quello che viene definito apartheid di genere.
La scorsa settimana il Kazakistan ha compiuto un passo molto importante verso la riforma politica dopo aver approvato gli emendamenti costituzionali presentati a maggioranza assoluta in un referendum.
Questa può essere vista come una risposta molto progressista alla diffusa agitazione dello scorso gennaio che ha attanagliato il paese ricco di petrolio e si è trasformata in manifestazioni antigovernative nella più grande città del paese, Almaty, e ha portato il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev a licenziare il suo governo e in risposta ha dichiarato lo stato di emergenza.
Questo è un approccio progressivo per contrastare la crisi interna nell'atmosfera attuale poiché molti altri paesi utilizzano la crisi ucraina per innescare uno stato di emergenza e bloccare governance e controllo.
La vittoria elettorale di Emanuel Macron era scontata sondaggi e media con un bombardamento mediatico senza precedenti hanno anticipato la riconferma del Presidente francese rendendola benefica e necessaria nel contesto storico attuale.
Sì è voluto, così legare, ancora una volta, la soluzione della crisi ucraina agli uomini che sembrerebbero dare stabilità e soluzioni alla nostra Europa.
In realtà Macron nei suoi primi 5 anni di governo non ha risolto nessuna delle problematiche emergenti che si è trovato ad affrontare, per ultimo i suoi continui colloqui con Putin non hanno portato risultati apprezzabili.
Un'analisi realistica non può che valutare il bilancio professionale di Macron come mediocre in politica estera ed insufficiente nella politica interna.
Le proteste a Parigi ed in altre città francesi dopo la rielezione di Macron non vanno e non possono essere sottovalutate.
Le recenti attività segnano un nuovo capitolo nelle relazioni giordano-israeliane. Mentre il trattato di pace tra i due paesi è in vigore da più di 28 anni, le relazioni hanno sofferto molto negli ultimi anni a livello ufficiale. Tuttavia, c'è stato un notevole miglioramento da quando il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha lasciato l'incarico.
Il rischio di destabilizzazione in Cisgiordania durante il mese sacro del Ramadan sembra essere preso sul serio dalla Giordania, che ha intensificato il livello di coordinamento sia con gli israeliani che con i palestinesi nel tentativo di raffreddare la crescente tensione a Gerusalemme e nella Cisgiordania occupata.
Per la Giordania, questo è legato al ruolo che svolge come custode della moschea di Al Aqsa e, soprattutto, alla sicurezza nazionale del paese, considerando che le tensioni nei territori occupati durante il mese sacro hanno il potenziale per innescare un'altra escalation come quella di maggio dello scorso anno, quando le operazioni a Gaza hanno causato lo scoppio di tensioni a Gerusalemme Est. L'escalation della sicurezza in Cisgiordania e Gaza ha innescato massicce manifestazioni e proteste in Giordania, e questa è l'ultima cosa che la Giordania vorrebbe affrontare nell'era post-COVID quando c'è già frustrazione economica e politica, inflazione e disoccupazione, tutti fattori che potrebbero portare al collasso della società.
La guerra è sempre un affare per le mafie, la criminalità è oggi sempre più globalizzata e la crisi Ucraina sembra essere una ghiotta occasione per le organizzazioni criminali tanto che i primi segnali di cooperazione tra gli ambienti mafiosi di vari paesi appaiono evidenti.
Gli scafisti russi ed ucraini sono, infatti, già attivi e pronti alla tratta di donne e bambini che fuggono dalle bombe.
È uno dei grandi affari della guerra, un business ed un reato gravissimo che l’ Italia deve contrastare prima che si espanda, perché come sempre le mafie guardano avanti ed agiscono nell’ illegalità proiettate sul futuro.
Il Viminale ha già attivato le misure di contrasto alla tratta, lo scorso 3 marzo è stato firmato presso la Prefettura di Torino il protocollo di intesa regionale per potenziare il contrasto alla tratta di esseri umani e garantire tutela ed assistenza alle vittime.