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LAST ROCKET

Tuesday, 19 November 2024 19:08

Il neo presidente eletto Trump, ha condotto una campagna elettorale basata sulla politica estera "America First", ha dichiarato di voler raggiungere un accordo tra Kiev e Mosca, e porre fine allo spargimento di sangue in Medio Oriente. "Dobbiamo tornare a essere un grande paese con tasse basse e un esercito forte. Ripareremo il nostro esercito, lo abbiamo fatto una volta e ora dovremo farlo di nuovo", ha detto a un gala organizzato dall'America First Policy Institute nel suo resort Mar-a-Lago a Palm Beach, Florida. "Lavoreremo sul Medio Oriente e lavoreremo molto duramente su Russia e Ucraina. Bisogna fermarsi", ha aggiunto Trump. Ha anche criticato la "grossa fetta" della spesa statunitense per l'Afghanistan, da dove le truppe americane si sono ritirate nel 2021 dopo due decenni di lotta contro un'insurrezione dei talebani, tornati al potere quell'anno. Il presidente eletto ha inoltre affidato a Elon Musk, l'uomo più ricco del mondo, il compito di proporre tagli di 2 trilioni di dollari ( duemila miliardi) dal bilancio del governo federale che ammonta a circa 7 trilioni di dollari. Nel frattempo, Biden, ha deciso per la prima volta di consentire all'Ucraina di utilizzare missili statunitensi a lungo raggio per lanciare attacchi all'interno della Russia, in quella che il Cremlino ha definito una "escalation" della guerra. I principali sostenitori di Trump, tra cui suo figlio Donald Trump Jr. i repubblicani intransigenti del Congresso e altri sostenitori hanno accusato Biden di voler scatenare una "terza guerra mondiale" prima dell'insediamento presidenziale di Trump a gennaio. "Il complesso militare- industriale sembra voler assicurarsi di far scoppiare la terza guerra mondiale prima che mio padre abbia la possibilità di creare la pace e salvare vite", ha scritto Donald Trump Jr su X, il social network precedentemente noto come Twitter.

Published in North America

IN THE KREMLIN THEY TOAST WITH CHAMPAGNE

Wednesday, 12 June 2024 22:18

Nei due paesi più grandi d'Europa, Francia e Germania le persone non seguono più i loro governi, e in Francia in particolare, "l'interferenza diretta" nella guerra in Ucraina ha fatto fallire la campagna elettorale, del presidente Macron ha commentato l'esperto Lukyanov dopo le elezioni. “Possono aprire lo champagne al Cremlino”, ha scritto Marat Bashirov, influente consigliere politico e professore alla Scuola superiore di economia di Mosca. Il presidente della Duma di Stato e alleato di Putin, Vyacheslav Volodin, non sorprende che abbia chiesto le dimissioni di Scholz e Macron. "I loro paesi sono stati trascinati nella guerra in Ucraina contrariamente ai loro interessi nazionali". Questo è il motivo della sconfitta di chi detiene il potere. Anche in Germania la destra festeggia. 15,6% per l'AfD, "un risultato storico", afferma con entusiasmo Tino Chrupalla. L'AfD è il secondo partito più forte e addirittura il primo nell'Est. E questo nonostante un candidato di punta sospettato di spionaggio per la Cina e di influenza per la Russia. I suoi iscritti credono che non tutti i membri delle SS fossero criminali. Riguardo l’Italia Putin ha elogiato il governo italiano di destra per essersi astenuto dalla “russofobia selvaggia”. I politici russi, i commentatori e i propagandisti dei media statali hanno provato nei giorni scorsi a minimizzare l'importanza delle elezioni europee. Da un lato nessuno in Russia dovrebbe farsi l’idea che il Parlamento europeo sia un’istituzione da prendere sul serio. D’altro lato bisognava evitare di dare alla popolazione russa l’impressione che da qualche parte si svolgessero libere elezioni dal cui esito dipendesse qualcosa. Così i corrispondenti delle agenzie statali Tass e Ria Nowosti a Bruxelles hanno spiegato dettagliatamente ai loro lettori perché comunque dopo le elezioni in Europa non cambierà nulla. Secondo una prima stima, l'affluenza alle urne in tutta l'UE è pari a circa il 51%, leggermente superiore a quella di cinque anni fa.

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LEOPARD 2

Monday, 23 January 2023 00:22

La Germania non è riuscita a raggiungere un accordo con i suoi principali alleati occidentali sull'invio di carri armati Leopard 2 in Ucraina, nonostante le crescenti pressioni della NATO e di Kiev per intensificare i suoi aiuti militari in vista di una potenziale offensiva russa di primavera. "Non possiamo dire oggi quando verrà presa una decisione e quale sarà tale decisione sui carri armati Leopard", ha detto venerdì scorso ai giornalisti il neo ministro della Difesa Boris Pistorius . I carri armati Leopard 2 sono visti come un veicolo militare moderno e vitale che rafforzerebbe le forze di Kiev, mentre la guerra con la Russia si avvicina al traguardo di un anno. Venerdì il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha incontrato il suo omologo statunitense, il segretario alla Difesa Lloyd Austin, e il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov nella base aerea di Ramstein. Pistoriusè stato nominato ministro della Difesa solo giovedì 19 gennaio 2023, ma le sue prime ore di lavoro sono state dominate dalle chiamate degli Stati Uniti e di altri partner della NATO per dare il via libera alla spedizione dei carri armati Leopard 2. Diversi paesi europei si sono impegnati a inviare carri armati in Ucraina nelle ultime settimane. Ma prima di unirsi a loro, la Germania ha chiesto che gli Stati Uniti inviassero i propri carri armati M1 Abrams.

Published in Europe

Earlier this month, French President François Hollade asked to his Defence Minister Jean-Yves Le Drian to launch reconnaissance flights over Syria in case of new potential raids against the Islamic State. On September 16, Le Drian himself declared that France may strike in the "coming weeks […] once we have well identified targets" (source: Bloomberg). In this way, Paris is going to expand its action from Iraq to Syria.

Published in Middle East

Tsipras asked no to square

Saturday, 04 July 2015 22:17

The referendum question on Sunday is not obvious as it seems in favor of the greek prime minister. Greece production has decisively turned away from Tsipras that in fact has never loved in a special way. Traders, small and medium entrepreneurs together oligarchy shipowners July 5 will vote "Nai" is "yes" in greek, because they want to remain firmly bound to the Euro and Europe. This week in the television debates has highlighted the great fear of the jump in the dark in case of a possible victory of the no, traders have considered absolutely negative to the total isolation that could materialize with the exit of Greece from the euro.

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Daesh - Updates and perspectives #Libia

Sunday, 15 February 2015 02:20

Daesh met Libyan tribal leaders who work on the coast and was able to reach an agreement to compact and make common cause with the intention of controlling the entire coastline. The operation is being refined ... were eliminated groups linked to al-Zawahiri. By controlling the coast count stressing Europe by sending massive illegal: in the coming days it will reach thousands. The EU will fall into the trap and will examine the possibility of targeted interventions in Libya ignoring the Iraqi Syrian front. Moreover confidential sources inform us that secret agreements are underway to strengthen Al-Zawahiri and bring it back into play. German and English are very active.

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UKRAINE: NEW PEACE TALKS IN MINSK

Monday, 09 February 2015 17:59

Eyes will be on Minsk on February 11 as Russian, French, German and Ukrainian leaders are about to discuss a peace plan to solve Ukrainian crisis since the previous agreement signed in September 2014 has not been successful: the crisis has been growing in intensity instead of slowly fading away.

France and Germany called this meeting as they fear that a point of no return might be close to being overpassed. However, there is not so much room for optimism: as UK Foreign Secretary Philip Hammond said, it would be wrong to call it Minsk Plus since there is no official deal yet. In Belarus capital, discussions are expected to be focused on some basic measures aimed to slow the crisis down and which would lead to a new and permanent peace agreement.

Published in Europe

With every passing month, the evolution of the hot Ukrainian question is delivering the international political scene a really unusual Germany: the analysts do not harbour any doubts about it. For decades we have been accustomed to the image of a country that was forced by his lumbering past to limit its initiatives in the international scene to the field of the cooperation for economical development –certainly a meritorious contribution-, refusing to play a leading role in the international political-military balances. In other words, Germany had to do everything possible to try to remove all traces of his aggressive nationalism, swept away along with the famous first verse of the German national anthem, "Deutschland über alles in der Welt".

Published in Europe

On last 30 of September, the first sample of the new Airbus A400M took its first flight over Seville skies. It’s a flying colossus, a strategic transport aircraft jointly designed by European industrial companies EADS and Airbus. Among all countries that ordered this new aircraft (Belgium, France, Germany, Luxemburg, Spain and United Kingdom) France is the first beneficiary. 

Published in Europe

“SYRIA FRIENDS” READY TO ENGAGE?

Tuesday, 25 June 2013 11:02

Eleven countries seem ready to increase their engagement in helping rebels group fighting Assad’s regime. That is what emerged from the latest “Syria Friends Group” summit hosted in Doha (Qatar, 21-22 June). Far from the 144 participants of the first Group meeting in Marrakech (12 December 2012), there were only eleven countries in Doha; and yet United States, Great Britain, France, Italy, Germany, Egypt, Jordan, Turkey, Saudi Arabia, Qatar and United Arab Emirates declared themselves ready and inclined to support the anti-regime guerrilla with weapons and equipment supplies. In Al-Thani, Qatar Emir, «force is necessary to achieve justice, and the provision of weapons is the only way to achieve peace in Syria's case». British Foreign Secretary William Hague declarations followed the same line, although he reiterated that London had yet to take a formal decision: «we won't get a political solution if Assad and his regime think they can eliminate all legitimate opposition by force, and so we do have to give assistance to that opposition», he said.

Published in Middle East
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