Dopo l’annunciato vertice del 5 Marzo, giovedì, la Turchia e la Russia hanno confermato un cessate il fuoco a Idlib, l’ultima enclave dell’opposizione al governo della Siria, accettando, tra l’altro, di stabilire un corridoio di sicurezza con pattuglie di controllo composte di personale di entrambi i paesi. L’annuncio è arrivato dopo un incontro di quasi sei ore tra i leader dei due paesi a Mosca.
L’offensiva militare minaccia anche il conflitto tra i membri della NATO, Turchia e Russia. Durante la notte del 2-3 febbraio Ankara ha organizzato un convoglio militare verso Idlib. Ciò ha portato a un primo scontro a fuoco tra l’esercito turco e quello siriano con perdite per entrambi. Erdoğan ha avvertito il suo (ex?) partner, Putin, che se Mosca non riuscirà a controllare Damasco, Ankara agirà. In effetti, la Russia sta guidando l’offensiva usando la sua supremazia aerea per agevolare le operazioni terrestri siriane. Affermare che la situazione è “pericolosa” è un eufemismo. Erdoğan con le sue idee di grandezza cerca di trascinare la NATO nello scontro. Ha invocato l’articolo 4 del Trattato dimenticando che ha acquistato missili antiaerei da Putin e che ha utilizzato milizie turcomanne e ex ISIS per eliminare le resistenze curde al confine con la Siria ( tutto questo in aperta violazione della Convenzione di Ginevra).
L'operazione dei militari turchi che rotola nella Siria nord-orientale è una manifestazione della necessità del presidente turco Recep Tayyip Erdogan di spostare l'attenzione dal crescente caos all'interno del suo Partito per la giustizia e lo sviluppo (AKP). In seguito alla perdita delle recenti elezioni municipali a Istanbul e alla frammentazione del partito da lui fondato, tra cui la caduta con vecchi alleati, Erdogan aveva bisogno di consegnare qualcosa per ripristinare la reputazione dell'AKP e lui stesso per evitare un'ulteriore frammentazione. Quindi, in molti modi, questo conflitto è la battaglia di Erdogan.
The risk of a new wave of global terrorism could soon increase, as Daesh is looking to regenerate following defeat in Syria and Iraq. The current dynamics in Syria actually favour the group to restart its activities. Confusion and chaos reigns in the north of the country as the battle of Idlib continues. The fighting in Idlib could be one of the final decisive battles against an extremists’ stronghold, but if it is not soon resolved, it could lead to the spread of fighters, most likely to either Central Asia or Libya.
Idlib sotto attacco, uccisi con armi chimiche numerosi civili e molti bambini, l’orrore torna in Siria e subito i Media di tutto il mondo hanno individuato in Assad il responsabile del massacro.
Anche questa volta senza alcuna prova oggettiva e senza mostrare i tracciati radar statunitensi che potrebbero dire senza ombra di dubbio quali e quanti aerei da combattimento e quando hanno sorvolato Idlib.