La città di Bengasi, nell’est della Libia, è oggetto di un’infiltrazione terroristica in aumento, nonostante la forza operativa delle truppe guidate da Haftar. Il leader del gruppo tunisino Ansar al Sharia Abu Ayad si trova in città e opera costantemente al fianco del braccio libico dell’organizzazione, che era guidato da Mohammed al Zahawi fino alla sua uccisione da parte dell’esercito di Haftar. La presenza sul terreno di esponenti di primo livello di Ansar al Sharia e di Daesh a Bengasi sarà riscontrabile anche grazie all’aumento di sequestri di uomini vicini a Haftar. È possibile infatti che il colonnello Fouzi al Mabruk al Hasi, ufficiale dell’Esercito Nazionale Libico, sia stato rapito da una milizia islamista legata ad Ansar al Sharia nella città di Shahat con il sostegno degli uomini di Daesh presenti a Bengasi. Gli ufficiali di Haftar stanno cercando di difendere le infrastrutture della Mezzaluna petrolifera dalla presenza di milizie islamiste, in particolare elicotteri M35 hanno impedito a un convoglio della milizia delle Brigate di Difesa Bengasi di muoversi da al Jafrah fino a Ras Lanuf, grazie a un raid nella località di Nawafiliya. Per l’esercito di Haftar è di fondamentale importanza mantenere sotto controllo i terminal di greggio della Mezzaluna petrolifera, dal momento che i proventi che derivano dalla vendita del petrolio occorrono per soddisfare le richieste economiche delle diverse tribù e milizie che sostengono l’Esercito di Liberazione Nazionale. Mentre sul campo gli ufficiali di Haftar si oppongono militarmente alle milizie islamiste che fanno capo all’ex gran muftì libico Sadeq al Ghariani, a Bengasi altri esponenti delle milizie islamiste che operano tra Misurata e Sirte, come Abdul Haif Hamed e Amir Khalifa, stanno cercando di ottenere dagli ufficiali di Haftar la possibilità di abbandonare le postazioni sulla costa muovendo verso sud senza essere attaccati. Questa possibilità è ancora improbabile, anche perché le popolazioni che sostengono Haftar non permetterebbero alle milizie islamiste di attraversare i loro territori senza conseguenze. La tribù dei Tebu è pronta a vendicare l’uccisione del capo della loro brigata, il maggiora Isa al Tabawi, ucciso a Bengasi dalle milizie armate del Consiglio della Shura di Bengasi, tra la zona di Bousnib e Ganfuda, ad ovest della città. Inoltre Haftar sta utilizzando mercenari sudanesi del Movimento Giustizia ed Equità nella zona della Mezzaluna petrolifera, sui quali non ha il totale controllo sul territorio.
La possibilità paventata da Haftar di muovere verso Tripoli per combattere le milizie presenti in città si sta facendo più concreta. Nonostante un’eventuale operazione a guida dell’Esercito Nazionale Libico potrebbe per reazione riunire le diverse milizie armate di Tripoli in un fronte unico, la forza operativa delle truppe di Haftar rimane comunque nettamente più forte, anche grazie all’aumento di sostegno militare e finanziario che sta arrivando da Mosca.
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La coalizione sunnita guidata dai sauditi sta operando manovre militari per spostare armamenti e mercenari sulle coste occidentali dello Yemen, ovvero dove le maggiori riserve di petrolio yemenita sono presenti. Lo Yemen inoltre vanta grandi riserve anche nelle regioni di Ma’rib, al-Jawf, Shabwah e Hadhramaut, riserve però mai sfruttate.