I protesters appartengono alle classi medio-alte, sono studenti, professionisti, operai specializzati che avevano riposto nel voto dello scorso maggio le ultime speranze per avere un governo sano, trasparente, creativo, desiderio naufragato dai soliti giochi economici tra interessi privati ed istituzioni che creano ulteriori disuguaglianze e fanno precipitare il paese verso una significativa recessione tanto da essere indicato come lo stato più povero dell’Unione Europea.
Le proteste sono state innescate dalla nomina, successivamente revocata, del magnate Dlyan Peevski a capo dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale, le opposizioni di centro – destra dell’ex premier Boiko Borisov hanno posto sotto assedio il Parlamento costringendo un centinaio tra giornalisti, ministri e deputati a rimanere chiusi nell’edificio.
Solo l’intervento della polizia, dopo molte ore, sbloccava la situazione liberando i parlamentari dall’assedio.
Il nuovo premier è Plamen Oresharski, un tecnico indipendente, dirige un esecutivo di minoranza guidato dai socialisti con il sostegno del partito turco e l’appoggio degli ultranazionalisti di Ataka.
Governo, quindi, debolissimo, privo di uno stabile equilibrio, senza una rapida svolta verso riforme istituzionali a favore della popolazione ormai impoverita.
La protesta acquisterà forza per sfociare in veri e propri attacchi armati al potere.
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