L'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022 ha spinto Svezia e Finlandia, due paesi storicamente non allineati militarmente, a chiedere l'adesione alla NATO nel maggio 2022. Ventotto, dei 30 Stati membri dell'alleanza hanno già ratificato le domande di adesione alla NATO presentate da Svezia e Finlandia. Le adesioni alla Nato, richiedono l'approvazione di tutti i 30 stati membri dell'Alleanza.
Mosca coprirà circa l'80%[1] dei costi necessari per portare a termine la costruzione di due nuovi reattori (su un totale di quattro già esistenti) nella centrale nucleare ungherese di Paks (città nei pressi di Budapest). Questo è l'accordo che il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro ungherese Victor Orban hanno siglato la scorsa settimana, concludendo una trattativa avviata nel 2009. I termini di suddetto accordo prevedono un finanziamento di 13,7 miliardi di dollari[2] (circa 10 miliardi di euro) grazie ai quali la centrale, gestita dalla MVM Group (società statale) e produttrice del 40% del fabbisogno energetico nazionale, incrementerà sensibilmente la propria capacità produttiva.
Mentre l’Europa continua a discutere di austerità, populismo e deficit, fra i ventotto membri dell’Unione, ci sono alcuni paesi che, silenziosamente, potrebbero sorprenderci tutti; Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca, infatti, sono quattro nazioni che, nonostante l’attuale crisi economica costringa molti governi a rivedere i propri bilanci, continuano a raccogliere successi non solo economici, ma anche politici.
Non è un caso, dunque, se alcune fra le più grande industrie del mondo, come Audi, IBM o Mercedes-Benz abbiano deciso di aprire proprie filiali produttive nell’area che, da Tychy, giunge sino a Budapest.