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06-08-2015

REPUBBLICA CENTRAFRICANA: ISTANTANEA DI UNA CRISI QUASI DIMENTICATA

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La crisi nella Repubblica Centrafricana

La violenza politica è stata una costante nella storia della Repubblica Centrafricana. Dal 2012, terminata una guerra civile di 3 anni (2004-2007), il Paese sta fronteggiando un nuovo periodo di crisi. Dopo una prima fase di “gestazione”, la crisi vera e propria è esplosa marzo 2013, quando le milizie musulmane (Séléka) hanno raggiunto e invaso la Capitale (Bangui) costringendo il Presidente Bozize alla fuga. Nei mesi successivi, lo scontro ha assunto un carattere esclusivamente interreligioso, abbandonando ogni logica legata alla lotta per il potere: cristiani contro musulmani, le milizie Séléka contro le milizie anti-balaka. Vittima principale di questa nuova spirale di violenze è stata la popolazione non-combattente.

Nel luglio del 2014 le parti si sono incontrate a Brazzaville (Congo) per cercare di ricondurre il paese alla stabilità. Tuttavia, le trattative non hanno dato i frutti sperati. Episodi di violenza, anche se meno frequenti, si sono susseguiti nel corso dei mesi successivi.

Alla ricerca della stabilità

Lo scorso 10 maggio, le milizie cristiane e quelle musulmane hanno raggiunto un nuovo accordo impegnandosi a posare le armi e a rispondere, potenzialmente, delle atrocità commesse negli ultimi due anni di guerra civile. Elemento portante di questo nuovo tentativo di stabilizzazione è rappresentato dalle elezioni indette per il 18 ottobre 2015. I prossimi 20-30 giorni potranno già dire molto sulle possibilità di successo del nuovo processo di pace, anche se si entrerà nella fase più critica quando mancheranno 10-15 giorni alla chiamata alle urne.

La crisi in numeri[1]

 

·         Circa 2,7 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.

·         Circa 1,7 milioni di persone hanno bisogno di assistenza alimentare d’emergenza.

·         Oltre 460 mila rifugiati.

·         Oltre 360 mila profughi.

·         Oltre 6 mila vittime dall’inizio della crisi. 

 



[1] Fonti: United Nation Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA), United States Agency for International Development (USAID), International Rescue Committee, United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR).

© Riproduzione Riservata

Alessandro Mazzilli

Laurea in Scienze Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino.

Esperto in Politica Estera di Difesa e Sicurezza e sulle relazioni Euro – Atlantiche.

Analista Geopolitico

Consulente in Servizi di Stuarding e controlli di sicurezza.

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