Venti da guerra fredda si sono abbattuti sulle relazioni russo-americane. Il 14 maggio i servizi segreti russi hanno arrestato a Mosca uno “007” americano della CIA, identificato poi con il nome di Ryan C. Fogle. Fogle, sotto copertura come membro dell'ambasciata americana, è accusato d’aver tentato il reclutamento d’informatori e contatti per conto dell’Agenzia. Apparentemente il suo equipaggiamento consisteva in un’ingente somma di denaro usata per l’arruolamento, un passaporto diplomatico, e alcuni kit di trucchi e parrucche per cambiare rapidamente identità. Inoltre, secondo la rete televisiva russa “Russia Today”, addosso a Fogle sarebbe stato trovato un foglietto con cui egli prometteva oltre 100 mila di dollari in cambio d’informazioni. Dichiarata “persona non gradita”, Fogle è stato riconsegnato all’ambasciata americana, ma dura è stata la reazione del ministero degli Esteri della Federazione che ha additato l’operazione della CIA come «un'azione provocatoria nello spirito della guerra fredda».
Non è chiaro quali siano stati i motivi che hanno spinto la CIA a cercare informatori in Russia. Secondo una delle ipotesi più accreditate, uno dei compiti di Fogle avrebbe dovuto essere quello di reperire informazioni sensibili relative alle indagini sulle esplosioni susseguitesi alla maratona di Boston, informazioni apparentemente non rivelate dai servizi segreti russi. Pur non essendovi conferme ufficiali, è chiaro che l’arresto di Fogle costituisca un grave incidente diplomatico le cui ripercussioni potrebbero non solo portare a un serio irrigidimento delle relazioni tra i due paesi, ma anche compromettere le stesse indagini sull’attentato.
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