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05-06-2015

Crisi ucraina: la situazione

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“Si torna a combattere in Ucraina”, titolano molti quotidiani, “anche con l’impiego di armi pesanti proibite dagli accordi di Minsk II”. Affermazioni vere solo in parte perché, in realtà, non si è mai smesso del tutto di combattere e le armi pesanti non hanno mai smesso di far sentire la propria voce.

Certo è che cresce la preoccupazione per l’allargarsi degli scontri in zone in precedenza rimaste relativamente tranquille. Triage ha più volte evidenziato come gli scontri si concentrassero principalmente attorno a Donetsk e al suo aeroporto (a nord-est della città) e attorno a Shyrokyne. Nelle ultime ore, invece, il confronto tra le forze regolari ucraine e quelle della Repubblica Popolare di Donetsk (DPR) ha pesantemente coinvolto Marinka, città controllata dall’esercito ucraino e distante poco più di 20 km da Donetsk (in direzione ovest/sud-ovest). Oltre ai combattimenti, ai quali si sta cercando di porre un freno con la proclamazione di un cessate-il-fuoco locale, la SMM (Special Monitoring Mission to Ukraine) riporta un consistente ammassamento di forze (compresi carrarmati T-72 e T-64, pezzi d’artiglieria da 100 e 122 mm, e sistemi lanciarazzi Grad).

Negli ultimi giorni, sporadici scontri hanno coinvolto anche altre località nell’Oblast di Donetsk (Yenakiev) e Lugansk (Kapitanove, Aidar, Zolote, Shchastia, Luhanska, Lysychansk e Trokhizbenka). Inoltre, per ragioni di sicurezza, gli ispettori dell’OSCE non sono riusciti a monitorare la situazione in e attorno a Shyrokyne. 

Entrambe le parti si scambiano accuse circa la responsabilità degli eventi di Marinka. Eduard Basurin, portavoce dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, parla di «offensiva provocatoria»; il premier ucraino Arseniy Yatsenyuk punta, invece, il dito contro il Cremlino: «la Russia ha violato ancora una volta gli accordi di Minsk, ordinando ai terroristi di lanciare un’operazione militare». Stessa opinione espressa da Washington: secondo Marie Harf, portavoce del Dipartimento di Stato, «la Russia è direttamente responsabile per gli attacchi». Pronta la risposta di Mosca che, attraverso il portavoce di Putin Dmitrij Peskov, si dice «estremamente preoccupata per le azioni delle forze armate ucraine che [...] stanno provocando la situazione».

Nel frattempo, cresce il numero di chi teme un’offensiva russa in terra Ucraina; eventualità che Triage ha già avuto modo di definire come molto lontana.

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Alessandro Mazzilli

Laurea in Scienze Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino.

Esperto in Politica Estera di Difesa e Sicurezza e sulle relazioni Euro – Atlantiche.

Analista Geopolitico

Consulente in Servizi di Stuarding e controlli di sicurezza.

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