Negli ultimi giorni, sporadici scontri hanno coinvolto anche altre località nell’Oblast di Donetsk (Yenakiev) e Lugansk (Kapitanove, Aidar, Zolote, Shchastia, Luhanska, Lysychansk e Trokhizbenka). Inoltre, per ragioni di sicurezza, gli ispettori dell’OSCE non sono riusciti a monitorare la situazione in e attorno a Shyrokyne.
Entrambe le parti si scambiano accuse circa la responsabilità degli eventi di Marinka. Eduard Basurin, portavoce dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, parla di «offensiva provocatoria»; il premier ucraino Arseniy Yatsenyuk punta, invece, il dito contro il Cremlino: «la Russia ha violato ancora una volta gli accordi di Minsk, ordinando ai terroristi di lanciare un’operazione militare». Stessa opinione espressa da Washington: secondo Marie Harf, portavoce del Dipartimento di Stato, «la Russia è direttamente responsabile per gli attacchi». Pronta la risposta di Mosca che, attraverso il portavoce di Putin Dmitrij Peskov, si dice «estremamente preoccupata per le azioni delle forze armate ucraine che [...] stanno provocando la situazione».
Nel frattempo, cresce il numero di chi teme un’offensiva russa in terra Ucraina; eventualità che Triage ha già avuto modo di definire come molto lontana.
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