La situazione è liquida gli arruolamenti si intensificano quotidianamente sia in Europa che in Siria, Iraq e Cecenia ma l'Isis non utilizza caserme o altre strutture che permettono un conteggio, uomini e mezzi sono per lo più dispersi sul territorio, con l'intensificarsi, poi, dei raid aerei americani la tattica difensiva dei ribelli è proprio quella di non ammassare truppe negli stessi luoghi disperdendole per poi farle riunire solamente nella fase di attacco ad un obiettivo. Inoltre l'intelligence occidentale è in forte ritardo sull'acquisizione di informazioni certe non avendo infiltrato in tempo utile agenti nell'area di conflitto le notizie sono di provenienza dei servizi giordani e sauditi, quindi, difficilmente verificabili.
L'Isis continua ad avere un forte appeal su una parte di popolazione per avere ben capitalizzato le vittorie nel nord-est siriano e nell'Iraq occidentale, ha ottenuto l'appoggio incondizionato delle tribù sunnite , alle quali ha promesso un riscatto sociale e ha elargito risorse economiche.
Riesce, inoltre, a gestire le zone conquistate in modo soddisfacente per la popolazione locale insediando rapidamente uno stato sociale che garantisce i servizi essenziali per lo più assenti conquistando il consenso delle classi meno abbienti compresi gli ex militari baathisti. Il Califfato punta alla conquista di porzioni di territorio gestendone risorse e popolazione con l'intenzione di creare un arcipelago di influenza politico-militare da unificare nella seconda fase.
Questo il progetto da combattere.
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