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20-07-2013

CAOS EGITTO

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Il presidente appena nominato Adli Mansour, ha promesso che combatterà con ogni mezzo coloro che stanno tentando di trascinare l’Egitto verso il caos.

I Fratelli Musulmani infatti hanno in programma di incoraggiare proteste di massa al fine di chiedere il ritorno del deposto capo islamico Mohamed Morsi.

Le manifestazioni avranno lo scopo di dimostrare che i sostenitori di Morsi non sono ancora pronti ad accettare il nuovo governo sostenuto dai militari.

Mansour nel suo primo discorso pubblico ha dichiarato che la principale necessità è quella di ripristinare la stabilità e la sicurezza. “Stiamo attraversando una fase estremamente critica e alcuni vogliono trascinarci nel caos mentre noi aneliamo alla stabilità la nostra priorità è la sicurezza e la battaglia per la sicurezza va combattuta fino alla fine”.

Ancora sotto shock a seguito del rovesciamento (colpo di Stato?) di Morsi i Fratelli Musulmani e i loro alleati raggruppati nell’Alleanza Nazionale per la Legittimità stanno esortando il popolo a scendere in piazza.

Oggi stiamo assistendo,dopo una iniziale netta intransigenza al dialogo da parte della Fratellanza, ad un atteggiamento più morbido che si evidenzia nella disponibilità a negoziazioni con i militari.

L’inviato UE Bernardino Leon ha però informato che le parti sono ancora molto distanti.

È molto difficile immaginare che l’esercito permetterà a Morsi (attualmente detenuto in un luogo sconosciuto insieme ai suoi collaboratori) di ritornare al potere.

I militari dal canto loro hanno sempre negato le accuse di avere effettuato un vero e proprio colpo di Stato, affermando che l’esercito è intervenuto al fine di evitare il caos  innescato dalle proteste contro il tanto criticato anno di presidenza Morsi tra le tante accuse mosse a Morsi vi è quella di una cattiva gestione dell’economia. Il deficit è salito vertiginosamente e la disoccupazione è oltre il 13%, una cosa è certa il malcontento e l’insoddisfazione serpeggiano tra la popolazione egiziana.

L’Unione africana ha avvertito che l’Egitto ha rischiato (rischia ancora?) di essere inghiottito dalla guerra civile.

Almeno cento persone sono morte nelle violenze verificatesi  dopo la caduta di Morsi circa la metà è caduta quando le truppe hanno sparato sui manifestanti islamici fuori una caserma del Cairo lo scorso 8 luglio.

È molto difficile prevedere quali saranno gli sviluppi a tale situazione, sembrerebbe di trovarci di fronte ad una Nazione spaccata a metà sostenitori di Morsi da una parte e detrattori dall’altra, l’unica cosa certa è che, salvo interventi risolutori UE e Stati Uniti congiuntamente, l’intero popolo egiziano si trova oggi in una situazione di estrema precarietà e sofferenza.

© Riproduzione Riservata

Mario Neri

Laureato in giurisprudenza ed in scienze giuridiche. Master di II livello in scienze criminologiche.

Esperto di diritto internazionale e di programmi relativi al mantenimento della pace nelle aree di crisi.

Ufficiale in congedo dell’Esercito “ Folgore “. Analista nelle politiche di intelligence.

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