Per poter fronteggiare meglio il problema, Parigi ha chiamato l’Unione Europea a un diretto intervento militare. L’idea lanciata dall’Eliseo è quella di costituire una forza permanente di pronto intervento europea adibita esclusivamente alla gestione di potenziali crisi africane. La proposta è ora sul tavolo del Consiglio Europeo che proprio in questi giorni (19 e 20 dicembre) è riunito in un summit focalizzato sulle problematiche concernenti la politica di difesa e di sicurezza.
La proposta non è priva di senso ma resta, tuttavia, da valutarne la fattibilità. Nel corso degli ultimi 10-20 anni, i Membri dell’Unione hanno mostrato evidenti difficolta nel raggiungere decisioni importanti in materia. Uno degli esempi più significativi è legato alle crisi balcaniche scoppiate negli anni ’90 nel quadro del processo di dissoluzione della ex-Jugoslavia: l’intervento europeo è stato, di fatto, tanto tardivo quanto ininfluente nel far cessare le ostilità. Oltretutto, l’Unione si è già dotata di uno strumento di pronto intervento, i così detti Battlegroup; eppure, a oggi, nonostante non siano mancate le occasioni, non è mai stato impiegato.
Si attendono, quindi, importanti sviluppi.
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