La Francia si trova nel mirino per un duplice motivo prima dell’intervento NATO ha assunto un ruolo di primo piano nel difendere i ribelli contro i militari di Gheddafi in un secondo momento le forze militari francesi insieme a quelle del Ciad hanno iniziato a combattere congiuntamente in Mali contro i ribelli islamici di al-Qaeda.
Non solo in Libia ma anche in Yemen le strutture francesi sono in pericolo a Saana l’ambasciata francese ha subito un attacco da parte di un uomo armato che ha sparato alcuni colpi dall’esterno in direzione dell’ambasciata.
Ad oggi non c’è stata nessuna rivendicazione del braccio nord africano al-Qaeda AQIM principale sospettato dell’attacco a Tripoli, ma bisogna tenere conto del fatto che la settimana scorsa aveva minacciato ritorsioni allo scopo di vendicare l’intervento francese in Mali.
A Parigi il presidente francese Hollande ha detto che l’autobomba di Tripoli si rivolge non solo alla Francia ma a tutti i paesi della comunità internazionale impegnati alla lotta al terrorismo.
Non dobbiamo commettere l’errore di pensare ad al-Qaeda AQIM come il solo possibile e principale colpevole dell’attentato, infatti molti militanti libici hanno giurato di combattere quella che vedono come una crociata straniera, che intende instaurare nel loro paese una democrazia liberale di tipo occidentale invece di uno Stato islamico e non solo covano risentimenti contro le potenze occidentali a causa delle operazioni militari in Iraq, Afghanistan e Africa del nord.
Perseguire gli attentatori di Tripoli potrebbe essere molto molto difficile per il nuovo governo libico che dispone di pochi militari e ufficiali di polizia, le cui forze si trovano spesso in condizioni di inferiorità rispetto alle bande armate che si sono formate dopo la caduta di Gheddafi; anzi addirittura, spesso è difficile distinguere le milizie autonome da quelle organizzate sotto il controllo del governo libico che si trovano a coesistere in un crogiuolo di non facile identificazione.
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