Degree in Investigation and Security Sciences cum laude, University of Perugia.
Enrolled in the Master's Degree in Social Research for Internal and External Security - Safety and Security Manager. Intelligence analyst specialized in risk analysis, identification of possible threats and vulnerabilities of industrial sites, critical infrastructures and strategic objectives.
Expert in the management of emergency scenarios, procedures for crisis situations and protection and safety of personnel working in areas of crises, with particular expertise in Middle East isseues.
Editor of the monthly magazine on line "Convincere", he conducts researches on the spread of jihadist groups in Middle East and North Africa, on the application of the complex systems theory to society and Network Analysis in the analysis process of intelligence.
Il contesto di sicurezza somalo non accenna a migliorare, infatti non si fermano gli attacchi soprat-tutto nella capitale Mogadiscio, dove i militanti di Al-Shabaab mantengono le capacità di condurre azioni terroristiche anche su larga scala
L’attentato del 17 agosto avvenuto sulle Ramblas di Barcellona rientra in un quadro più ampio di attacchi coordinati tramite l’utilizzo di autoveicoli lanciati contro i passanti inermi. Le grandi differenze rispetto agli altri attacchi simili avvenuti in altre città europee risiedono in: 1) l’organizzazione dell’attentato. Infatti sembra che rispetto a quanto già visto a Nizza, Londra e Berlino, questa volta l’attacco sia stato frutto di un piano organizzato da un gruppo di circa 8 persone, mentre precedentemente si era trattato di atti compiuti da gruppi molto più ristretti o da lupi solitari; 2) l’obiettivo era già noto ai servizi segreti spagnoli e internazionali. Secondo fonti di intelligence, la CIA aveva avvertito le autorità spagnole circa il rischio di attentati sulle Ramblas e le informazioni andavano a confermare quanto già in possesso dai servizi segreti spagnoli e francesi.
Il 22 giugno centinaia di persone hanno protestato pacificamente nella capitale commerciale Coto-nou contro le politiche liberali del presidente Patrice Talon. Nel frattempo non cessano le tensioni tra i maggiori partiti di opposizione. Il partito Benin Rebirth il 25 giugno ha escluso il suo ex-leader, il sindaco di Cotonou Lehady Soglo, rafforzando l’ala riformista del partito. Anche il leader del Social Democratic Party, Emmanuel Golou, ha perso la sua carica il 26 giugno.
Le dimostrazioni antigovernative con molta probabilità diventeranno più frequenti nei prossimi mesi. Dalla sua elezione, avvenuta con una facile vittoria ottenuta con il 65% dei voti nel marzo del 2016, Talon non ha subìto forti opposizioni. Comunque, il fallimento in aprile del suo piano di riforma della costituzione ha rappresentato un grande colpo per il governo di Talon, dando la possibilità ai dissidenti di avere voce e rafforzando le opposizioni. Con molta probabilità le proteste resteranno pacifiche, ma potrebbero causare alcuni problemi nella mobilità nei centri urbani del paese.
Uno dei fattori che alimenta i dissidenti è la mancanza di trasparenza sulla sovrapposizione tra gli interessi politici e quelli commerciali di Talon. Talon ha centralizzato il processo decisionale nel suo gabinetto, questo ha fatto nascere malcontento soprattutto perché le opposizioni credono che Talon si serva del suo ruolo politico per difendere i suoi interessi commerciali. I processi di privatizzazione e il ripristino di alcuni affari di Talon nel settore dell’import-export del cotone hanno provocato diverse proteste da parte dell’opposizione.
Secondo le prime informazioni raccolte, è possibile ricondurre la matrice dell’atto terroristico nella Metro di San Pietroburgo, ad una cellula estremista jihadista cecena, sembra probabile che il movente principale dell’attacco sia l’arresto da parte dell’FSB di Imran Datsayev, il capo di una milizia islamista legata allo Stato Islamico e fornitore di combattenti esperti che operano in Siria, Iraq e Turchia.