Il leader dell'estrema destra austriaca Herbert Kickl, ex ministro dell’Interno, ha dichiarato, nei suoi primi commenti dopo essere stato incaricato di formare un nuovo governo, che aspira a "governare l'Austria onestamente", mentre si prepara ai colloqui su una potenziale coalizione con i conservatori che lo hanno duramente criticato in passato. Kickl ha dichiarato di essere pronto a nuove elezioni in caso di fallimento. Il suo Partito della Libertà, ( Freedom Party FPO) favorevole alla Russia, anti-immigrazione ed euroscettico, ha vinto le elezioni parlamentari austriache a settembre, ma è stato inizialmente evitato da tutti gli altri partiti. I loro sforzi per mettere insieme una coalizione senza di esso sono falliti. Kickl ha ricevuto un mandato per cercare di formare quello che sarebbe stato il primo governo nazionale guidato dall'estrema destra dalla seconda guerra mondiale. Ciò è avvenuto dopo che il conservatore Partito Popolare Austriaco (People's Party OVP) del cancelliere uscente Karl Nehammer, ha annunciato le sue dimissioni. Il Freedom Party ha ottenuto il 28,8% dei voti a settembre. Si è trattato di un guadagno di quasi 13 punti rispetto a cinque anni prima, quando il partito era stato punito dagli elettori in seguito al crollo di un governo guidato dai conservatori, di cui era il partner minore. Al secondo posto si è piazzato il Partito Popolare Austriaco con il 26,3%, mentre al terzo posto si sono piazzati i Socialdemocratici di centro-sinistra, l'altro grande partito tradizionale dell'Austria del dopoguerra, con il 21,1%.
L'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022 ha spinto Svezia e Finlandia, due paesi storicamente non allineati militarmente, a chiedere l'adesione alla NATO nel maggio 2022. Ventotto, dei 30 Stati membri dell'alleanza hanno già ratificato le domande di adesione alla NATO presentate da Svezia e Finlandia. Le adesioni alla Nato, richiedono l'approvazione di tutti i 30 stati membri dell'Alleanza.
Moscow is going to finance about the 80% of the costs[1] of the construction of two new nuclear reactors (out of a total of four old reactors) in the Hungarian Paks nuclear power plant (town close to Budapest). This is the gist of the agreement that Russian president Vladimir Putin and Hungarian prime minister Victor Orban signed last week, concluding a negotiation that the two countries had started in 2009. According to such agreement, Moscow is going to lend up 13,7 billion dollars[2] (about 10 billion euros) which will be used by MVM Group (state company owner of the facility) in order to increase the power plant productivity, power plant that now provides about 40% of the national needs.
While the EU continues to talk about austerity, populism and deficit, among the 28 members of the Union, there are some countries that, silently, could surprise us all: Hungary, Poland, Slovakia and Czech Republic, in fact, are four nations that, despite the present economic crisis forces many governments to review their balance sheets, continue to collect not simply economic successes , but political ones.
It’s not by chance that many big corporations among the most important in the world, such as Audi, IBM or Mercedes-Benz, have decided to inaugurate their new productive branches in the area that, from Tychy, reaches Budapest.