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21-08-2015

Tensione tra le due coree: scontro a fuoco sul confine

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Fonte immagine: japantime.com Fonte immagine: japantime.com

Giovedì pomeriggio, la Corea del Nord ha lanciato un razzo oltreconfine. Un secondo attacco, secondo quanto dichiarato dal Col. Jeon Ha-gyu (portavoce militare sudcoreano) sarebbe consistito in diversi colpi da 76.2 mm. Seoul ha risposto con il lancio di una dozzina di colpi d’artiglieria da 155 mm. Al momento, non sono state riportate vittime.

Si tratta del più grave episodio negli ultimi cinque anni. Tre fattori sono entrati in gioco: l’esplosione di una mina (4 agosto) nella quale sono rimasti feriti due soldati sudcoreani di pattuglia lungo il confine; la diffusione continua di messaggi di propaganda sudcoreana tramite altoparlanti; e il lancio, avvenuto lunedì, di un’esercitazione militare annuale congiunta tra Washington e Seoul.

La Corea del Nord ha aperto il fuoco dopo una serie di avvertimenti nei quali Pyongyang minacciava di colpire gli altoparlanti sudcoreani qualora i messaggi di propaganda non fossero cessati. Stando al Ministero della Difesa sudcoreano, un’ora dopo l’episodio, la Corea del Nord avrebbe lanciato un ultimatum: cessare l’attività di propaganda lungo il confine o affrontare un’azione militare.

La pressione della comunità internazionale potrebbe rivelarsi un’arma vincente nel ridurre il livello di tensione tra le due coree. È necessario che entrambe le parti facciano un passo indietro. Tuttavia, considerando irragionevole rischiare un’escalation per una disputa pari a quella in questione, la prima mossa di Seoul dovrebbe essere quella di accontentare le richieste nordcoreane in vista di un confronto prettamente politico-diplomatico.

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Alessandro Mazzilli

Laurea in Scienze Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino.

Esperto in Politica Estera di Difesa e Sicurezza e sulle relazioni Euro – Atlantiche.

Analista Geopolitico

Consulente in Servizi di Stuarding e controlli di sicurezza.

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